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 2020  settembre 05 Sabato calendario

Lineker ospita un migrante a casa

Ha fatto 15 anni di carriera senza prendersi nemmeno un cartellino giallo, figuriamoci uno rosso, e da quando ha appeso gli scarpini al chiodo, Gary Lineker, ex capitano della nazionale inglese e cannoniere di Italia 90, è diventato un difensore delle buone cause. L’ultima battaglia è a favore dei rifugiati: ha annunciato che ne ospiterà uno a casa sua. Una mossa che ha il sapore di una sfida, lui che da calciatore ne ha vissute tante, in un momento in cui i tabloid populisti inglesi riempiono pagine e pagine su una presunta crisi dei migranti e il ministro degli Interni, la durissima Priti Patel, promette giri di vite, dopo aver nominato un nuovo “zar” anti-immigrazione dal nome che più intimidatorio non si può: Comandante contro la Minaccia Clandestini nella Manica.
Lineker, che nelle settimane scorse aveva criticato l’approccio del governo verso i migranti come «spietato e del tutto privo di empatia», è stato accusato di essere un buonista, capace solo di farsi bello a parole di fronte al popolo dei benpensanti. Un deputato conservatore, Lee Anderson, gli aveva detto: «Prenditi in casa il prossimo barcone»; su Twitter, dove ha oltre sette milioni e mezzo di follower, qualcuno gli aveva scritto: «E tu Gary, te ne sei preso uno in casa?» La risposta di Lineker, che da centravanti aveva un tempismo perfetto, non si è fatta attendere: «Non ancora», accanto alla foto dell’iscrizione all’associazione di beneficenza Refugees at Home, che si propone di trovare alloggio agli immigrati e a chi richiede asilo politico nelle case dei comuni cittadini che hanno camere libere. E lui di camere libere, nella sua villa nel Surrey da quattro milioni di sterline, ne ha. «I miei figli sono cresciuti, quindi di spazio ne ho molto», ha detto Lineker al Daily Mirror. «Se posso aiutare qualcuno per un periodo di tempo sono più che felice di farlo. Perchè no?» E ancora: «Penso che abbiamo un debito verso i rifugiati – ha detto – hanno dato così tanto a questo Paese e continuano a farlo, basta guardare al lavoro svolto durante la pandemia nel servizio sanitario nazionale o come lavoratori essenziali». Una prova di civiltà e buon senso cui Lineker, per tutti solo Gary, non è nuovo. Oltre ad essere un presentatore di calcio della Bbc molto popolare e assai ben remunerato, è anche un commentatore seguitissimo, amato e criticato per le sue prese di posizione sociali e politiche: si è schierato contro la Brexit, critica spesso Trump e all’occasione anche Boris Johnson. E non è nemmeno l’unico calciatore che quest’estate ha sfidato il governo. L’attaccante del Manchester United Marcus Rashford ha condotto una campagna per convincere Johnson a prolungare i buoni pasto per i bambini disagiati. E ha avuto ragione lui, costringendo il premier a un imbarazzante, e imbarazzato, dietrofront.
Aveva proprio ragione De Gregori a dire a Nino di non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore.