Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  settembre 04 Venerdì calendario

Ai Benetton l’11% della nuova Autostrade

Circa l’11-12% diretto di Autostrade Concessioni e Costruzioni. È questa la quota che potenzialmente Edizione potrebbe arrivare a detenere a valle dell’operazione di scissione di Autostrade per l’Italia, tramite la newco di nuova costituzione, e dell’aumento di capitale che favorirà l’ingresso di Cdp nel veicolo. Molto dipenderà dalle cifre, che saranno definite nei prossimi giorni se l’intesa con Cassa dovesse trovare finalmente una quadra conclusiva. Tuttavia, stante le ipotesi al momento allo studio, la holding della famiglia Benetton sembrerebbe destinata a ridurre il proprio peso in misura assai vicina a quanto inizialmente previsto nella prima bozza di accordo definita con il governo. Quel pacchetto, come più volte ribadito dalla società, verrà messo in vendita. In particolare, come chiarito dalla finanziaria lo scorso 5 agosto, le azioni «attribuibili ad Edizione dopo l’eventuale scissione non saranno considerate strategiche e quindi la quota verrà posta in vendita a condizioni di mercato entro 18 mesi dall’eventuale data di efficacia» dello scorporo con relativa quotazione dell’asset.
Insomma, nell’arco di un paio d’anni, considerati i tempi tecnici necessari a dar vita all’operazione di separazione, i Benetton avranno chiuso i conti con Autostrade.
Una chiusura che, tuttavia, non farà venir meno l’impegno della holding nel mondo delle infrastrutture. Seppure con logiche, ci si aspetta, diverse dal passato. Non a caso in occasione dell’assemblea della finanziaria che ha nominato il nuovo board, la società ha voluto sottolineare «il grande impegno e volontà degli azionisti di Edizione, la famiglia Benetton, per il rilancio, la crescita e lo sviluppo del gruppo e di tutte le società controllate e partecipate, dopo il difficile periodo dovuto alla pandemia e la tragedia che ha colpito Autostrade per l’Italia ed Atlantia, società quest’ultima che mantiene la sua centralità nella strategia futura di Edizione». Insomma, Atlantia resta uno snodo chiave della strategia futura della cassaforte di Ponzano Veneto che ha poi aggiunto: «L’ingresso nel consiglio di amministrazione (di Edizione, ndr) dei nuovi consiglieri, forti di significative esperienze industriali e finanziarie, anche internazionali, contribuirà a fornire un importante apporto di idee, energie e competenze per lo sviluppo futuro».
Sviluppo che evidentemente non potrà prescindere da quanto è già nel portafoglio della compagnia, e tra questi gli asset autostradali che fanno capo ad Abertis, Telepass, gli aeroporti, Eurotunnel, Cellnex e Hochtief solo per citare quanto ruota attorno al mondo delle infrastrutture. A cui si somma il business storico dell’abbigliamento, ancora in fase di ristrutturazione, tanto più dopo gli effetti della pandemia da Covid-19, la ristorazione retail con Autogrill, l’immobiliare, dove spicca l’immenso patrimonio nel mattone e le tenute agricole in Italia e in Sud America, e le partecipazioni finanziarie, tra le quali vanno ricordate principalmente la quota in Mediobanca e quella in Generali che vale il 4% e che proietta la holding tra i principali soci privati del gruppo assicurativo di Trieste al fianco di Francesco Gaetano Caltagirone e di Leonardo Del Vecchio.
Una ragnatela di asset sui quali la società intende concentrarsi nei prossimi mesi per trovare il modo migliore di valorizzarli e questo potrebbe voler dire molte cose. Tra le quali la ricerca di partner strategici che favoriscano la crescita e lo sviluppo del business.