Il Sole 24 Ore, 3 settembre 2020
Stati Uniti, sorpasso in arrivo del debito sul Pil
Per risalire nei sondaggi Donald Trump abbraccia le teorie cospirazioniste e si propone come difensore dell’ordine e della legge. La sua visita a Kenosha è stata definita, non senza ironia, l’atterraggio nel pianeta Zog, in riferimento a una striscia del popolare fumetto Calvin & Hobbes.
Nel pianeta immaginario in cui è atterrato Trump non c’è stata alcuna brutalità della polizia: Jacob Blake colpito con sette colpi alla schiena da un poliziotto. Non c’è stata alcuna violenza da parte dei miliziani armati: il diciassettenne trumpster che ha ucciso due coetanei che protestavano contro la polizia «ha agito per legittima difesa». Ci sono solo le devastazioni dei negozi da parte dei «terroristi della sinistra radicale». Ed è sparito come per magia il coronavirus.
Nessuno parla più del Covid che ha superato i 6 milioni di casi, gli oltre mille morti al giorno e il numero totale che presto arriverà a 200mila. Anche se il Centers for Disease Control and Prevention ha notificato alle autorità sanitarie degli stati americani e a cinque delle maggiori città statunitensi di prepararsi a distribuire il vaccino ai gruppi a più alto rischio fra fine ottobre e inizi di novembre.
Nessuno parla della crisi economica. Il debito pubblico federale supererà il Pil americano per la prima volta dalla Seconda Guerra nell’anno fiscale che termina il 30 settembre, secondo i dati del bipartisan Congressional Budget Office. Gli Stati Uniti entreranno nel club delle nazioni – di cui fanno parte anche Italia, Giappone e Grecia – che hanno un livello di debiti più elevato delle rispettive economie.
Pesano gli anni dell’amministrazione Trump, con il maxi-taglio alle imposte societarie dal 35% al 21% che ha ridotto le entrate fiscali e portato il deficit federale a livelli record. Ma pesano soprattutto i piani di salvataggio dell’economia dal Covid. Con la disoccupazione a doppia cifra. E milioni di americani rimasti senza lavoro: secondo Visa, la spesa con le carte di debito in agosto è aumentata del 24% rispetto a un anno fa, a causa della fine dei sussidi di disoccupazione. In attesa della ciambella di salvataggio del quinto piano di aiuti federali ad appesantire ancora di più i conti pubblici: Goldman Sachs prevede che verrà adottato un pacchetto da mille miliardi, che porterà la spesa totale dei piani anti-Covid al 17,5% del Pil nel 2020.
A Wall Street aumentano le scommesse dei trader sulle turbolenze delle elezioni e su una lunga scia di polemiche. I contratti future sull’indice di volatilità Vix, cosiddetto “indice della paura” che utilizza le opzioni per stimare l’instabilità futura del S&P 500, mostrano quello che alcuni trader chiamano un “nodo” tra fine ottobre e inizio novembre. Nonostante il rally del mercato azionario Usa, ai massimi in agosto da 34 anni, i timori di instabilità dopo il voto stanno modificando le scelte degli investitori.
Il rischio reale di crisi costituzionale davanti a un risultato elettorale incerto è elevato. Nell’anno del coronavirus molti cittadini non andranno nei seggi, ma hanno scelto o sceglieranno di ricorrere al voto per corrispondenza. Si stima che oltre 80 milioni di americani voteranno attraverso l’US Postal Service. La posta americana già al centro delle polemiche per una contestata riforma a base di tagli del ceo Louis DeJoy, fedelissimo di Trump, che ha avuto l’effetto di ritardare le consegne in tutto il paese, medicine e stipendi compresi. Quarantadue stati americani, molti dei quali repubblicani, hanno autorizzato il voto per posta. L’US Postal ha diramato un avviso a tutti gli stati secondo cui non riuscirà a distribuire le schede elettorali in meno di 15 giorni. I ritardi preoccupano.
Josh Mendelsohn, ceo di Hawkfish, società di data analytics fondata da Michael Bloomberg che sta lavorando per il Comitato nazionale democratico, intervistato da Axios e Hbo, ha lanciato un allarme sullo scenario probabile del voto del 3 novembre: nella notte elettorale a causa del voto postale Trump apparirà vincitore, sia in termini di collegi elettorali che per voto popolare. La cartina americana sarà colorata per larga parte di rosso. Ma pochi giorni dopo, una volta che verranno ricevute tutte le schede del voto postale – si stima dai quattro ai sette giorni dal voto nello scenario peggiore – il risultato si invertirà decisamente a favore di Joe Biden. Il candidato democratico riporterà una vittoria schiacciante secondo Hawkfish, che ha condotto un sondaggio in 50 stati su 17.263 elettori. Se così dovesse essere Trump rivendicherà la sua vittoria, in un’elezione altrimenti persa. Partiranno i ricorsi sul voto postale. Milioni di schede rischiano di essere annullate.
La strategia di Trump è quella di un leader che non vuole perdere e non accetta la sconfitta. Per questo motivo lunedì sera intervistato dalla tv amica Fox News ha lasciato a bocca aperta la pur morbida interlocutrice Laura Ingraham quando ha abbracciato le teorie cospirazioniste dell’ultra destra: «Un aeroplano pieno di teppisti, uniformi nere e armi è atterrato a Washington per danneggiare la convention repubblicana». «Voi non avete idea di chi ci sia dietro Biden». Ad agosto Biden ha raccolto oltre 300milioni di dollari di fondi, grazie alle tante donazioni di elettori stanchi di questo clima di paura. Un record. Lo scenario di un’America polarizzata, con le milizie armate pronte a scendere in strada, rischia di delegittimare il vincitore, se non sarà Trump, e danneggia ulteriormente l’immagine di una super potenza in difficoltà, alle prese con una crisi devastante.