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 2020  settembre 03 Giovedì calendario

Per il Superbonus servono 43 certificati

Quarantatre. Sono gli adempimenti e le certificazioni necessarie per cedere a una banca il credito d’imposta del 110% per le ristrutturazioni previsto dal decreto Agosto, il cosiddetto Superbonus. Questo nel caso che i lavori riguardino un condominio. Nel caso di una villa o di una casa singola infatti va un po’ meglio e i documenti da presentare sono appena 38.
Il Superbonus (ecobonus per l’adeguamento e miglioramento delle classi energetiche e sismabonus per gli interventi di adeguamento alle norme antisismiche) ha generato grandi aspettative. Dovrebbe servire, nella versione ecobonus, a rendere le case più ecologiche e, soprattutto, a dare una spinta al sofferente comparto dell’edilizia e per questa via una bella spinta alla ripresa.
A patto che la mole di carte richieste non risulti scoraggiante anche i più determinati. Il file Excel esaminato da La Stampa è di una delle principali banche italiane, ma per quanto è stato possibile ricostruire il numero di adempimenti non si discosta sensibilmente da quanto richiesto dagli altri istituti. Il file dettaglia la documentazione necessaria suddividendo le richieste per tipo d’intervento (impianti o involucro) e d’immobile interessato (casa singola o villa, casa a schiera, condominio).
Nel caso di un condominio serve prima di tutto la certficazione che attesti: il numero totale di unità immobiliari, l’assenza di un unico titolare; il numero di unità immobiliari nelle categorie A/1, A/8 e A/9; le quote millesimali per ciascuna di queste categorie; la superficie totale dell’edificio;la superficie totale destinata a residenza e non a uffici o attività commericiali; il riparto delle spese con il dettaglio degli inquilini che cedono il credito; la dichiarazione sostitutiva con la quale ci si impegna a fornire tutta la documentazione – la vera chicca – e infine una autocertificazione con le date previste di inizio e fine lavori. Seguono altri 34 documenti suddivisi per inizio, avanzamento e fine lavori, tra i quali figurano i documenti dei proprietari, i progetti esecutivi, le visure catastali di tutte le unità interessate, preventivi e studio di fattibilità che certifichi il salto di due classi energetiche, la polizza assicurativa del tecnico asseverante, la documentazione fotografica dell’avanzamento dei lavori (prima, durante e dopo), fatture e computi metrici dei vari interventi realizzati, schede descrittive dei vari interventi e avanti così.
Va meglio, molto meglio, se il proprietario decide di cedere il credito fiscale all’impresa che fa i lavori e non direttamente alla banca. In questo caso basto compilare un modulo già predisposto dall’Agenzia delle entrate. In quel caso però tutto il polpettone burocratico sarà spostato sull’impresa che poi dovrà «monetizzare» cedendo il credito a una banca. Intesa Sanpaolo e Unicreddit hanno reso noto nei giorni scorsi il prezzo al quale intendono acquisire i crediti. Unicredit prevede di comprare a 100 e 102 rispettivamente da imprese e da privati per ogni 110 euro di credito. Intesa differenzia invece sulla base delle annualità con lo stesso «prezzo» per compensazioni in cinque anni.
Da rilevare che i 43 certificati sono uno in più della risposta alla «Domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto» immaginata da Douglas Adams nel suo memorabile «Guida galattica per autostoppisti», che si fermava a 42.