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 2020  settembre 02 Mercoledì calendario

Periscopio

Un sodalizio così fecondo, come il mio con Battisti è finito per una questione di principio, non per soldi, io al denaro do poca importanza. Tuttavia, era giusto che ricevessi i diritti al 50% e gli chiesi di concedermi la sua stessa quota. Lucio non accettò e ci separammo, ma senza rancore. Mogol (Emilia Costantini). Corsera.
Molti, durante il lockdown finsero di riscoprire la lettura ma non era vero, tre pagine per annunciare la conversione e poi basta. Si rivide pure un reperto dell’antichità, il cestino o panierino da calare dalla finestra per ritirare la spesa. Marcello Veneziani. Panorama.

La sola attività utile che potrebbe (e dovrebbe) fare Conte è progetti, progetti, progetti, nonostante la pompa magna degli «stati generali» che non hanno prodotto nulla. E pensare che con poca fantasia, quella che, per intenderci, possiede il sindaco di qualsiasi paese, si potrebbe creare lavoro diretto ed indiretto di enormi dimensioni. Alberto Brambilla, economista, la Stampa.

Il nostro futuro non dipenderà dall’esito del referendum, né da chi vincerà le elezioni regionali, né dai banchi a rotelle dell’Azzolina. Con ogni probabilità, il nostro futuro dipenderà da due cose soltanto: il successo o l’insuccesso della scienza nella lotta al coronavirurs (vaccino e cure) e la saggezza o la stoltezza delle scelte economico-sociali dei nostro governanti. Luca Ricolfi. Il Messaggero.

Nel nostro paese la mentalità comunista ha invaso quasi tutto, è diventata senso comune, come raccomandava dovesse essere Antonio Gramsci nei Quaderni dal carcere, e la semina del Pci è stata fruttuosa non solo presso i suoi eredi, oggi piddini, ma anche nei 5 stelle, che con il loro straccionismo egualitarista sono i veri eredi di Enrico Berlinguer. Marco Gervasoni, storico. nicolaporro.it.

George Orwell seppe riconoscere il Grande Fratello in tutti i suoi travestimenti novecenteschi: l’aristocrazia imperialista (in primis inglese) che teneva alla frusta le colonie asiatiche, le camicie nere e brune che s’apprestavano a restaurare l’ordine tradizionale epurando l’Europa dai «subumani» e infine il partito comunista, che aveva trasformato la Russia in un gigantesco lager a cielo aperto (e che avrebbe voluto esportare in tutto il mondo il regime dei sacrifici umani, del filo spinato, delle carestie pilotate, dei morti a milioni, del realismo socialista, dei plotoni d’esecuzione). Diego Gabutti. Informazionecorretta.it

Il mio programma in Rai era ridurre gli sprechi e mettere in comune le risorse, che è poi l’anticamera per uno sviluppo digitale degno della più grande fabbrica di notizie del Paese. Carlo Verdelli, Roma non perdona. Feltrinelli, 2019.

Avere per proprietario un capo partito com’era Berlusconi per Montanelli è giornalisticamente micidiale, imbarazzante e fonte di limitazioni fortissime. Io, per esempio, apprezzo Francesco Merlo. Che sia di Repubblica non mi impedisce di leggerlo con interesse. Ai colleghi di ogni sponda non rimprovero tanto la faziosità quanto di scrivere cose che non pensano solo perché fanno parte di uno schieramento. Mario Cervi (Giancarlo Perna). Libero.

Evtusenko scrisse nel 1961 Babij Jar, il poema che denunciava l’antisemitismo russo. Da notare che Babij Yar era il posto dove i nazisti avevano massacrato l’intera popolazione ebraica di Kiev, ma il potere sovietico non aveva mai consentito che il fatto fosse ricordato neanche da una stele, per non incoraggiare il «nazionalismo ebraico». Alberto Ronchey e Pierluigi Battista, Il fattore R. Rizzoli, 2004.

Nessun capo della setta psicoanalitica, che si regge su un patto tra adulti consenzienti, rivelerà mai la liquefazione delle sue certezze. E chi la attacca dal di fuori si ritrova circondato da serpenti freudiani a sonagli. Tempo fa L’Espresso ha osato dar voce a scienziati secondo cui nessuna delle leggi della psiche, esposte dai padri Freud e Jung nonché dai loro successori, ha retto alle scoperte sulle «celluline grigie». Le decine di commenti ospitati sul sito sembrano l’urlo dei Cheyenne cacciatori di scalpi. Renato Farina, Libero.

Ho scritto La storia spezzata (una ricerca sui perché della fine dell’Impero romano) in un momento intenso della mia vita. Era una sera d’estate del 1993. Uscivo dalla biblioteca dell’Università di Providence, dopo una giornata di letture. Attraversai il campus in uno stato di strana euforia. Avevo sfogliato un libretto che parlava del declino dell’Impero romano in Occidente. Mi colpì la domanda che l’autore, uno storico americano, poneva: perché la storia dai tempi di Adriano al Ventesimo secolo non si era svolta secondo i canoni del progresso lineare? Un po’ come chiedersi: perché solo l’Occidente conosce il senso drammatico della frattura, la storia che si spezza appunto. Mentre niente di simile avviene nelle società asiatiche? Aldo Schiavone, storico. (Antonio Gnoli), la Repubblica.

La regola giornalistica, per me, rimane la stessa anche se il mestiere è completamente cambiato. Il buon giornalista è quello che sa scegliere le notizie, calibrarle, dare a ciascuna il peso che merita. Al centro resta la verità della notizia: avvicinarsi alla verità di ciò che accade, quello è buon giornalismo. Bernardo Valli, inviato speciale internazionale (Simonetta Fiori), la Repubblica.

I miei genitori rimpatriarono dall’Argentina nel 1952. Io avevo tre anni. Papà disse: «Mi sono salvato da Mussolini, non resto in Argentina sotto Perón». Si dedicò ai commerci internazionali, per mezzo secolo fu uno dei più importanti trader con la Russia. Ricomprò le terre del Modenese che mio nonno era stato costretto a cedere per ordine dei fascisti e aprì un’azienda agricola modello. Ricardo Franco Levi, presidente degli editori di libri (Aec). (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Jacob Furrer, massimo finanziatore della Real casa spagnola, modernizzò la finanza intuendo la potenza dell’informazione. Che si trattasse di una crisi di Palazzo, dell’esito di una battaglia o della morte di un pezzo grosso attraverso una fitta rete di corriere, emissari, spie veniva asapere le news prima dei concorrenti, ricalibrando le sue strategie di conseguenza. Marco Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza, 2019

Ci sono 5.800 centri sotto i 5 mila abitanti, e 2.300 sono in stato di abbandono. Se le 14 aree metropolitane adottassero questi centri, con vantaggi fiscali e incentivi… E già ci sono luoghi meravigliosi dove ti danno la casa in un centro storico a un euro, in Liguria, e lungo la dorsale appenninica. Stefano Boeri, architetto (Brunella Giovara). La Repubblica.

Prodi: il contabile di Berlino. Roberto Gervaso. il Giornale.