Corriere della Sera, 2 settembre 2020
Angelo Vassallo, dieci anni senza giustizia
«Tu amavi il mare, / tu adoravi pescare / era la tua grande passione / che svolgevi come una missione. / Poi sindaco sei diventato / E volevi il meglio per tutto il Creato / soprattutto per quell’acqua blu / che della tua terra è una grande virtù...» È solo una piccola poesia in rime baciate scritta da un bambino della 5ª Elementare del II° Circolo Didattico «don Peppe Diana» di Acerra. Leggendola, però, tutti quelli che hanno in mente la foto di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, in piedi su un gruppetto di scogli, blu-jeans, camicia, fascia tricolore, mentre mostra un calice di acqua cristallina del «suo» mare che bagna il Cilento, sentono un tuffo al cuore.
Sono passati dieci anni da quell’omicidio del «sindaco pescatore» che scosse l’Italia e soprattutto il mondo dell’ambientalismo, il quale aveva in Angelo un punto saldo di riferimento. Dieci anni, e come ricostruiscono il fratello Dario e Vincenzo Iurillo nel libro Omicidio Vassallo. La verità negata, ancora non si sa chi siano gli assassini («Sono convinto che siano tre e ho fatto i loro nomi alla magistratura, finora senza risultato», dice Dario), chi i mandanti, chi i complici: «Tutto coperto da una coltre di omertà». Misteri sui colpi sparati. Sui silenzi di chi vide. Sui depistaggi. Sul ruolo di un paio di carabinieri. Sugli appalti per varie «strade fantasma». Sulle indagini aperte ed evaporate nel nulla. Troppi misteri. Riconosciuti dallo stesso Giuseppe Conte: «Sento il dovere di esprimere i miei profondi sentimenti di partecipazione per la grave mancanza di risposte dinanzi ad un fatto di sangue così grave».
Dieci anni senza uno straccio di verità. Fitte dolorose che tornano nei ricordi di Dario, medico a Roma, quella sera, alla notizia della uccisione del fratello: «Uscii in giardino, la testa tra le mani, piangevo disperato, incredulo, senza la forza di reagire. Mi sarei aspettato di vedere un cielo stravolto, un mondo inesorabilmente finito con la morte di mio fratello. E invece il cielo era pieno di stelle luccicanti e immobili, esattamente come accadeva da miliardi di anni». Poi, il viaggio in auto nella notte verso un mondo «a noi sconosciuto, fatto di morte, lacrime, dolore, mafia, camorra, carabinieri, querele, ingiustizia, politica sporca e non, miseria umana...».