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 2020  settembre 02 Mercoledì calendario

Il caso del pamphlet “Detesto gli uomini”

PARIGI «Vedo nella misandria, nell’odio per gli uomini, una via d’uscita. Detestare gli uomini, in quanto gruppo sociale e spesso anche in quanto individui, mi dà molta gioia, e non solo perché sono una vecchia strega gattara», si legge nel volumetto – 96 pagine, due euro — Io gli uomini, li detesto, scritto da una 25enne di Lille, Pauline Harmange, volontaria in una associazione contro le violenze sessuali, e pubblicato dalla piccola casa editrice Monstrograph. Non molti si sarebbero accorti di questo pericoloso attacco a quasi quattro miliardi di esseri umani stampato in 400 copie, se non se ne fosse interessato il ministero all’Uguaglianza donne-uomini, alla parità e alle pari opportunità, nella persona del funzionario Ralph Zurmély dell’«Ufficio parità nella vita personale e sociale» alla «Direzione generale della coesione sociale».
Il signor Zurmély ha scritto agli editori una email con logo del ministero dal tono molto severo: «Questo libro è di tutta evidenza, a partire dal riassunto che ne è fatto sul vostro sito e dal titolo, un’ode alla misandria, cioè all’odio degli uomini. Mi permetto di ricordarvi che l’incitamento all’odio in virtù del sesso è un reato! Quindi, vi chiedo immediatamente di ritirare questo libro dal vostro catalogo per evitare una denuncia penale».
Lo zelo del funzionario ministeriale non si è spinto fino a leggere almeno qualche pagina, per esempio quella in cui l’autrice spiega che «è buffo, perché a prima vista non avrei alcuna legittimità nel detestare gli uomini. Ho comunque scelto di sposarne uno, e finora, devo riconoscere che lo amo molto».
Oppure, il dottor Zurmély avrebbe potuto dare un’occhiata ai titoli delle altre opere del catalogo Monstrograph. Per esempio Gli artisti hanno davvero bisogno di mangiare?, Nella vita fallirai e nessuno ti amerà, oppure Sospetto che la mia depres sione prenda vitamine. Si sarebbe accorto che Pauline Harmange è in effetti una femminista, senz’altro molto dura, ma il suo libro senza pretese non è il manifesto teorico di una rivoluzione violenta contro gli uomini.
L’intervento del funzionario, rivelato da Mediapart, più che denunciare una minaccia reale sembra esprimere un notevole nervosismo di fronte al rinnovato vigore della battaglia per la parità dei diritti tra uomo e donna.
Il movimento MeToo e il nuovo femminismo non sono privi di eccessi, ma è paradossale che proprio nel giorno in cui a Parigi si difende la libertà di espressione nel processo contro l’attentato a Charlie Hebdo parta la richiesta di censura di un libretto semiserio.
La nuova segretaria di Stato alla Parità, Elisabeth Moreno, ha preso le distanze dall’«iniziativa personale» del suo sottoposto, pur senza condannarla. In attesa delle conseguenze penali, l’autrice esterrefatta si consola con una nuova ristampa di 500 copie già esaurite prima di arrivare negli scaffali. «Comprate il mio libro – insiste —. Adoro il denaro. Specie quello degli uomini».