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 2020  settembre 01 Martedì calendario

Ecco il Parlamento se vince il Sì

Il taglio dei parlamentari non farebbe grandi danni al Pd, penalizzerebbe appena la Lega ma darebbe una mazzata ai 5S e a Forza Italia, che perderebbero più o meno i due terzi dei propri parlamentari. E c’è chi, malgrado la riduzione dei seggi, sembra destinato a raddoppiare gli eletti: è Giorgia Meloni. A svelare il volto ancora virtuale delle nuove Camere è l’istituto Cattaneo, che ha studiato l’effetto incrociato del Sì al referendum e della legge elettorale proporzionale che è in cantiere. Il tutto sulla base della media dei risultati dei sondaggi di agosto.
Il dossier, curato da Marco Valbruzzi e Salvatore Vassallo, offre diversi scenari. Una simulazione prevede la soglia di sbarramento al 5 per cento, un’altra la soglia al 3. Nel primo caso resterebbero fuori dal parlamento Italia Viva e Leu, che invece con lo sbarramento al 3 prenderebbero 13 deputati a testa, lo stesso “bottino” che conquisterebbe la debuttante Azione di Carlo Calenda. L’istituto ha stimato anche il risultato di un eventuale cartello fra renziani, Azione e +Europa che con un 7,5 per cento otterrebbero 32 deputati e 15 senatori.
In ciascuno di questi scenari il centrodestra avrebbe la maggioranza. Sarebbe più netta con lo sbarramento al 5 per cento: Salvini e gli alleati avrebbero 217 deputati su un totale di 391 e 108 senatori su 195 (non vengono considerati gli eletti all’estero e in Valle d’Aosta). Sempre con la soglia al 5, ma con l’alleanza fra Iv, Azione e +Europa a rosicchiare seggi, la maggioranza scenderebbe a quota 202 alla Camera e a 102 al Senato. Con la soglia fissata al 3 per cento, i numeri del centrodestra sarebbero risicati: 198 seggi su 391 a Montecitorio e 105 su 195 a Palazzo Madama. «La governabilità può diventare un punto interrogativo», sottolinea Vassallo, direttore del Cattaneo. Decisivi saranno «i partiti minori di centro come Forza Italia, Italia Viva e Azione che sarebbero in grado di condizionare, con il loro potere di ricatto, la formazione e la sopravvivenza dei governi». E ciò a prescindere dalla presenza più o meno corposa delle principali forze politiche: nella Camera in formato small i 5Stelle avrebbero da 67 a 73 deputati contro i 200 attuali, il Pd manterebbe più o meno la stessa consistenza di adesso, Salvini perderebbe dagli 8 ai 10 seggi, Fi crollerebbe a quota 30 (oggi ha 94 deputati) e Fdi avrebbe un exploit che dagli attuali 33 eletti potrebbe spingere il gruppo meloniano fino a 68.
Il Cattaneo ha calcolato anche l’effetto del taglio dei parlamentari sulla rappresentanza, mettendo a raffronto il numero degli eletti che in ogni Paese si occupano a tempo pieno e con pieni poteri del processo legislativo. Oggi in Italia ci sono 16,1 parlamentari per milione di abitanti: nessun altro Paese con più di 25 milioni di abitanti ne ha tanti. Se passasse la riforma diverrebbero 10,3, «un dato – è scritto nel rapporto – in linea con quello dei principali Stati europei».