ItaliaOggi, 1 settembre 2020
C’è un caporalato alla tedesca
«Siamo trattati peggio delle bestie», ha denunciato Vasile Stan, stagionale romeno venuto in Baviera a raccogliere i Gurken, i cetrioli. È una vittima del caporalato alla tedesca. I raccolti vanno perduti senza gli stranieri, in gran parte dell’Europa dell’Est. Ieri niente asparagi e fragole, oggi marcirebbero i cetrioli e, tra qualche giorno, si teme per le mele. Colpa del Covid, o anche dell’avidità degli agricoltori tedeschi?, si chiede la Süddeutsche Zeitung.
Vasile vorrebbe tornare a casa, a Tarna Mare, nel Nord della Romania, ma non può perché gli hanno ritirato i documenti e nessuno gli ha spiegato il perché, sostiene. Forse non ha capito, o non vuole capire: nel centro di raccolta dove sono gli alloggi degli stagionali, a Mamming, si sono moltiplicati i contagi per il Coronavirus, e adesso è l’unica zona rossa della Germania. I contagiati sono 240, e tutti i romeni sono stati messi in quarantena. Ma la colpa, ha denunciato Vasile, è delle condizioni in cui lui e i suoi compagni sono costretti a vivere: nel dormitorio i letti sono uno accanto all’altro, le toilette e le docce sono poche e sporche, sui campi si lavora per ore fianco a fianco. Anche Vasile si è ammalato, ma dopo tre giorni i sintomi sono scomparsi, ha sostenuto, e lui è perfettamente guarito: «Perché non mi lasciano partire?».
Non basta. Vasile ha ricevuto 6 euro all’ora, e non sapeva che la paga minima sarebbe di 9,35 euro. Perché lo pagano di meno? E attende ancora il saldo delle ultime settimane, circa 1.100 euro. Probabilmente, hanno calcolato il vitto e l’alloggio, ma in che misura? Il costo ammonterebbe a almeno una trentina di euro al giorno, comunque troppo, ritiene Frau Sevghin Mayr, che si occupa dei lavoratori stranieri per la federazione dei sindacati tedeschi: «Lo sfruttamento è una storia vecchia di anni, il Covid se non altro è servito a far venire fuori gli abusi».
Per i raccolti la Germania ha bisogno di almeno 360 mila stagionali dall’estero. Il lavoro sui campi è duro e non si trovano lavoratori tedeschi. In passato si è tentato di obbligare i disoccupati, o quanti ricevono l’assegno sociale, a raccogliere gli asparagi nel Brandeburgo, il Land che circonda Berlino, ma il tentativo è fallito: i tedeschi si sono dati ammalati dopo un paio di giorni, o non erano in grado di svolgere il lavoro in modo corretto. «Vogliamo i polacchi», protestarono gli agricoltori. Gli asparagi vanno raccolti in un paio di settimane, o marciscono nei campi.
Quest’anno, molti agricoltori si sono consociati per far venire i lavoratori dalla Romania o dalla Bulgaria con voli charter. Ovviamente i prezzi sono esplosi: a Berlino un chilo di asparagi è arrivato a costare 20 euro. Il 40% degli asparagi in Europa viene raccolto in Germania, sono bianchi e grossi, meno saporiti della qualità italiana: ma quest’anno il raccolto è diminuito del 14%, da 121 mila tonnellate a 106 mila. È andata male anche per le fragole: 99 mila tonnellate, il 13% in meno. E adesso si teme per le mele, il frutto più amato dai tedeschi, che ne consumano 20 chili a testa all’anno, per un totale di 951mila tonnellate. Il raccolto sta per cominciare, ma gli stagionali sono bloccati all’estero, perché i contagi aumentano di giorno in giorno.