La Stampa, 31 agosto 2020
Biografia di Ed Bunker
Quando anni fa a Milano ebbi l’onore di presentare Ed Bunker, «il più grande scrittore di noir mai esistito» (copyright James Ellroy) nonché ex più giovane galeotto del carcere di massima sicurezza di San Quintino, l’autore di Educazione di una canaglia arrivò alla libreria Feltrinelli di piazza Piemonte indossando un elegantissimo abito di lino bianco sormontato da un abbagliante panama bianco. Sotto il cappello a tesa larga, un viso segnato dai lunghi anni di penitenziario, e due occhi di ghiaccio: lo stesso ghiaccio di A trenta secondi dalla fine, il mirabile film diretto nel 1985 da Andrej Konchaloskij a partire da un soggetto di Akira Kurosawa, sulla fuga di due detenuti da una prigione in Alaska. Alla sceneggiatura della pellicola collaborò anche Bunker, che nel lungometraggio compariva come Jonah. Già nel 1978 tuttavia Ulu Grosbard aveva tratto dal suo romanzo Come una bestia feroce il film Vigilato speciale con Dustin Hoffman. Ma fu Quentin Tarantino con Le iene a far conoscere nel 1992 Bunker al grande pubblico, assegnandogli la parte di Mr. Blue, uno dei rapinatori protagonisti della sua celebre opera prima. Poi, nel 2000, Steve Buscemi diresse Animal Factory dall’omonimo romanzo, in cui Bunker appare in un cameo. Di modo che se c’è un personaggio della recente storia letteraria americana capace di vivere due vite in una, questo è proprio lui, che incarcerato da ragazzo a San Quintino scopre dietro le sbarre non solo la crudeltà dei suoi aguzzini e l’ottusità delle regole vigenti all’interno degli istituti di pena, ma anche l’amore le opere di Dostoevskij, Hemingway, Sartre.
È grazie all’incontro con quelle pagine che Bunker un giorno comprende come proprio i libri possano diventare la sua personale via di fuga dall’inferno carcerario, e comincia a battere a macchina le sue storie. Il materiale non gli manca. Se Dostoevskij traeva ispirazione dalla lettura delle pagine di cronaca nera dei giornali del suo tempo, ricavandone capolavori come I demoni o Delitto e castigo, Bunker ha accumulato una quantità di materiale raccolto per così dire di prima mano, visti i suoi non pochi precedenti per rissa, truffa, rapina a mano armata. Nato a Hollywood il 31 dicembre 1933, Eddie è stato messo al mondo da una coppia di alcolisti: e le liti tra la madre, corista, e il padre, macchinista di scena, sono così frequenti e violente da richiedere ripetuti interventi delle forze dell’ordine. Fin da ragazzino il futuro scrittore mostra una natura ribelle, per nulla propensa alla sottomissione. Affidato a una casa-famiglia dopo il divorzio dei genitori, trova presto il modo di fuggire e tra i 6 e i 15 anni comincia a frequentare orfanotrofi, scuole militari e panchine abitualmente usate come giacigli da sbandati e senzatetto. Per tirare su qualche soldo, inizia a praticare l’arte del taccheggio e del furto con destrezza, di modo che nel giro di pochi anni fa il suo ingresso in riformatorio. Non è che il preludio della prigione più dura.
Quando nel 1950 entra appena diciassettenne a San Quintino, è il detenuto più giovane a essere mai stato immatricolato nel carcere californiano. E lì, nella cella dove viene rinchiuso in isolamento, grazie ai libri e alle riviste che gli passa un condannato a morte – Caryl Chessman, dentro per rapina, sequestro e abuso sessuale e autore, prima di finire nella camera a gas del penitenziario, del romanzo Cella 2455, braccio della morte – per la prima volta pensa di cimentarsi a sua volta nella scrittura. Grazie a due amici, il produttore Hal B. Wallis e l’attrice Louise Fazenda, riesce a procurarsi una macchina per scrivere. È con quella che riesce a mettere giù la prima stesura di Come una bestia feroce. Rilasciato per buona condotta a 22 anni, cerca di tenersi alla larga dai guai e mantenersi con lavori manuali. Ma non è facile trovarne quando nel curriculum hai 5 anni trascorsi a San Quintino. Tra il 1960 e il 1970, Bunker è costretto a dedicarsi nuovamente al crimine. Inanella una serie di rapine e truffe, tra cui una a base di assegni falsificati, e si dedica anche al traffico di stupefacenti, tornando più volte in prigione ma evitando sempre di incorrere in condanne pesanti. Poi, nel 1972, senza sapere di essere pedinato dalla polizia viene colto nell’atto di rapinare una banca, e gli toccano altri 5 lunghi anni.
Da un certo punto di vista, è la sua fortuna. Perché nel frattempo ha scritto altri sei romanzi e decine di racconti, senza però riuscire a pubblicare nulla. In carcere invece riprende il dattiloscritto di Come una bestia feroce, e finalmente riesce a trovare un editore disposto a pubblicarlo. Quando Dustin Hoffman lo legge, resta colpito dalla storia e dallo stile secco, diretto, senza fronzoli, che poi caratterizzerà le opere successive, e opziona subito i diritti per farne un film. Così, quando nel 1975 Bunker finisce di scontare la pena, può contare sul fatto di avere messo da parte i soldi necessari a non finire di nuovo dentro.
Due anni più tardi esce il secondo romanzo, Animal Factory. E di lì a poco prendono il via le collaborazioni con il mondo del cinema, sia come sceneggiatore sia in veste di attore: una soddisfazione non da poco, per un ex delinquente nato a Hollywood. A un certo punto, viene chiamato a fare il consulente quando si tratta di mettere in scena una rapina, come in Heat – La sfida, il film di Michael Mann del 1995. La sua seconda vita è ormai iniziata: lasciati i ferri del mestiere precedente («Il vero crimine è roba da giovani», spiega) continua a scrivere, e diventa uno dei più grandi autori di crime fiction, sfornando tra gli altri due libri straordinari come Cane mangia cane e il già citato e autobiografico Educazione di una canaglia. Nel frattempo si sposa, ottiene ruoli anche solo sotto forma di cameo in un’altra decina di pellicole e mette al mondo un figlio.
Quando muore nel corso di un’operazione a cui ha dovuto sottoporsi a causa del diabete il 19 luglio 2005, Ed Bunker ha 71 anni. Postumi, escono altri due romanzi, Stark nel 2006 e Mia è la vendetta nel 2009. Da parte mia non potrò mai dimenticare il suo sguardo, e lo stile con cui in occasione di quella serata milanese seppe letteralmente ipnotizzare i tanti che erano venuti ad ascoltare dalla sua voce come fosse stato possibile a un reietto della società diventare quello che era diventato lui. Ed Bunker. Mr. Blue. L’uomo dagli occhi di ghiaccio trasformatosi da rapinatore in scrittore, attore e sceneggiatore.