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 2020  agosto 31 Lunedì calendario

Adriano Panatta e il Covid

Adriano Panatta, su Twitter ha usato una espressione molto romanesca per descrivere cosa pensa dei negazionisti...
«Sì, ho visto le immagini da Berlino, con tante teste rasate e magliette discutibili, e ho proprio pensato: ma questi sono… scemi. Come si fa a negare l’evidenza? Ci siamo già dimenticati i camion che portavano via le bare dalle zone rosse? Per me chi nega la pandemia è solo un coglione».
I negazionisti, di destra e di sinistra, sostengono di battersi per la libertà: si sente un difensore dell’establishment?
«Mi hanno subito insultato, dandomi sia del comunista sia del fascista, sostenendo che sono un "rimasuglio dittatoriale". "Tornatene in Cile!", mi hanno scritto sui social proprio a me, ma stiamo scherzando».
Insomma, lei non crede al «complotto».
«Il complotto de che? Ma per favore. Io le immagini degli ospedali assediati non le dimentico. Figuriamoci poi se sono contro la libertà di scendere in piazza e protestare. In questo caso però la sola libertà che vedo è quella di dire cazzate. Poi la stessa reazione l’ho avuta guardando la gente che si ammassava in discoteca: una totale mancanza di rispetto per il prossimo».
Il suo amico Briatore non ha fatto una bella figura.
«Se aprono le discoteche, e la maggior parte delle persone si comporta da idiota, diventa difficile. Anche Flavio non poteva fermare l’orda. Forse, diciamolo, l’orda andava proprio evitata».
Si nega il Covid per ignoranza, stupidità o egoismo?
«Credo sia per stupidità. Un po’ come i terrapiattisti. Solo che quelli fanno ridere, ma non fanno danni, i negazionisti invece non fanno ridere, mettono a rischio tutti noi. Se prendessero piede non ne usciremmo più».
Servono provvedimenti più seri?
«Non dobbiamo diventare uno stato di Polizia. Ci sono provvedimenti, come l’uso delle mascherine e il distanziamento, basterebbe rispettarli. Anche perché non mi sembra un grande sacrificio, specie rispetto a quello che abbiamo passato durante il lockdown».
Lei è preoccupato?
«La cosa che mi colpisce di più è l’abbassamento dell’età media dei contagiati. Io ho 70 anni, durante quei tre mesi terribili ero anche spaventato, ora vedo che si contagiano i giovani. Spesso sono asintomatici, per fortuna loro, ma possono contagiare persone più vulnerabili. Non sono un medico, ma di questo virus non sappiamo molto, meglio essere prudenti».
Indossa sempre la mascherina?
«Sempre, e se vado al ristorante scelgo i posti dove è rispettato il distanziamento. Basta un po’ di buonsenso. Ho passato 15 giorni a Formentera ma non ho fatto la movida - che poi, diciamolo, ha un po’ rotto i coglioni… - mi sono goduto il mare e la sera sono quasi sempre rimasto a casa: una vacanza bellissima. Sono stato anche a Cortina, ma non ho partecipato al Summer Festival, non mi sembrava il caso».
Panatta ventenne avrebbe fatto lo stesso?
«Credo di sì, alla fine. Capisco la voglia sacrosanta di divertimento, ma non ci stanno chiedendo la luna. E la gente continua a morire. Il vero problema è il lavoro, l’economia, le aziende che chiudono, non la voglia di movida. Serve trovare un giusto equilibrio fra salute e lavoro, anche se non è facile, lo dimostra il caso dell’Ilva»
Come si spiega le posizioni di Trump e Bolsonaro?
«Quello che non mi spiego è perché non li hanno ancora presi a calci nel culo. Ora speriamo che almeno uno a novembre lo mandino via. E’ incredibile la loro arroganza. Specie negli Usa dove il diritto alla salute, se non hai la carta di credito, non esiste, l’esempio dato da Trump è inaccettabile. Anche Boris Johnson aveva detto una puttanata, con l’immunità di gregge e già allora avevo commentato su Twitter. Poi è stato anche male, poveraccio, e si è ricreduto».
Anche lo sport deve scendere a patti con la pandemia.
«Senza pubblico lo sport perde un po’ l’anima. Mi hanno chiesto se avrei giocato gli Us Open di tennis che iniziano oggi: forse no. In fondo un torneo non è così importante».