Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  agosto 31 Lunedì calendario

Una talpa nella base Nato di Napoli

Spy-story tra Francia e Russia, passando per l’Italia. Un ufficiale dell’esercito francese è stato arrestato e indagato per alto tradimento in favore della Russia. È sospettato di aver fornito ai servizi segreti di Mosca documenti top-secret. La ministra della Difesa Florence Parly ha commentato la notizia anticipata dall’emittente Europe 1. «Posso confermare – ha detto la ministra – che un ufficiale superiore è sotto procedimento giudiziario per attentato alla sicurezza». Il caso è particolarmente imbarazzante per Parigi in quanto l’ufficiale, un tenente-colonnello, lavorava nella base Nato di Napoli, snodo cruciale per le operazioni nel Sud Europa e Mediterraneo, dove sono di stanza molti militari francesi. «È la Francia che ha preso l’iniziativa di questa procedura legale», ha sottolineato Parly, aggiungendo che il suo ministero ha sottoposto la questione a un pm ai sensi dell’articolo 40 del codice di procedura penale, che impone a qualsiasi autorità pubblica di denunciare al sistema giudiziario un reato o un’infrazione di cui è a conoscenza.
Il militare francese cinquantenne, padre di cinque figli, che parla russo, è stato visto in luglio a Napoli scambiare documenti con un agente del Gru, i servizi segreti militari russi. Non si sa quali informazioni abbia fornito e se quel contatto con l’intelligence russa fosse il primo. Di certo, l’ affaire è arrivata ai vertici dello Stato ed è stato deciso di organizzare l’arresto del militare a fine agosto, durante le sue vacanze in Francia prima del ritorno in Italia. L’operazione è stata condotta dalla Dgsi (Direction générale de la Sécurité intérieure), l’agenzia di contro-spionaggio. L’uomo è ora rinchiuso nel carcere parigino de La Santé. «Abbiamo preso tutte le misure di protezione necessarie», ha aggiunto Parly a proposito del sospetto di una breccia russa nella sicurezza dell’esercito francese. «E ora il sistema giudiziario deve essere in grado di fare il suo lavoro nel rispetto della segretezza dell’indagine», ha detto la ministra venuta in luglio a Roma per incontrare il collega Lorenzo Guerini. La vicenda rischia di essere esplosiva in un contesto in cui Macron ha faticosamente avviato un disgelo nelle relazioni con Vladimir Putin, ricevuto l’estate scorsa nella residenza presidenziale di Bregançon. Qualche mese fa, sull’onda delle tensioni con la Turchia, Macron aveva definito la Nato “in stato di morte celebrale”.
Non è la prima volta che il leader francese deve fronteggiare tentativi di spionaggio russo. Nel 2017, in campagna elettorale, era stato vittima di una fuga di email dei suoi collaboratori. Dietro ai “Macron-Leaks” molti avevano visto la mano di Mosca. Qualche mese dopo il presidente aveva deciso di ordinare il rinvio di un addetto dell’ambasciata russa a Parigi che aveva tentato di corrompere un funzionario del ministero degli Esteri. Altri quattro diplomatici russi erano stati espulsi dopo l’affaire Skripal. Molti casi sono stati risolti nell’ombra senza sollevare polveroni. La gravità dei sospetti a proposito dell’ufficiale nella base di Napoli ha probabilmente impedito una soluzione discreta. È anche possibile che Macron abbia voluto mandare un messaggio a Mosca, secondo l’intelligence transalpina, sempre più aggressiva nella volontà di intercettare informazioni sensibili sul territorio francese. Qualche settimana fa, aveva tenuto banco il caso di due agenti doppi per la Cina all’interno della Dgse (l’agenzia di intelligence esterna).