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 2020  agosto 29 Sabato calendario

Storia di Jack lo Squartatore

All’alba del 7 agosto 1888 John Reeves, stivatore londinese, mentre si recava al lavoro in George Yard scivolò su una pozza di sangue. Lì vicino, vide il cadavere di una donna orribilmente sgozzata: si trattava di Martha Tabram, una quarantenne prostituta povera e malata. Così iniziò una storia che ancora oggi ispira romanzi, film e persino videogames: quella di Jack the ripper. Jack lo squartatore o, più propriamente, lo sventratore.
IL QUARTIERE
L’omicidio era avvenuto a Spitalfields, uno dei quartieri più malfamati di Londra. Un tempo era stata zona residenziale, con al centro l’elegante Christ Church, costruita da un allievo di Wren, l’architetto di St Paul. Ma presto era diventato un dormitorio di derelitti, tanto che Jack London lo avrebbe descritto come un brulichìo di stracci e di sporcizia, un’esposizione di tutte le più ripugnanti malattie della pelle, piaghe purulente, oscenità e mostri umani dalla faccia bestiale. Forse il nostro scrittore esagerava, ma è certo che attorno a White Chapel proliferavano ladri, mendicanti e soprattutto prostitute. Come la povera Martha Tabram, e come tutte le successive vittime.
Il delitto fece un’enorme impressione, ma non fu considerato come opera di un assassino seriale. In effetti la zona era teatro di numerosi crimini e aggressioni, e anche oggi molti sostengono che la Tabram sia stata uccisa da un delinquente comune. Ma il 31 agosto, pochi giorni dopo, la scena si ripetè. Stavolta toccò a Mary Ann (Polly) Nicholls, un’altra pierreuse trovata sventrata e con la gola recisa; un lavoro di fino, che suscitò il sospetto che il sadico avesse una certa competenza in materia. La polizia cominciò ad allarmarsi, e i giornali a infierire: quelli conservatori lamentarono le infami violenze dei proletari e il permissivismo della polizia; quelli progressisti denunciarono l’abbrutimento dei poveri e degli sfruttati.

LA PERVERSIONE
L’8 settembre fu la volta di Ann Chapman, che si vendeva per pagarsi un letto al dormitorio pubblico. Qui il killer era avanzato in audacia e perversione. La testa della donna era quasi staccata dal busto, e l’utero era stato asportato. Scotland Yard tentò un profilo dell’assassino, ma annegò nelle congetture: era un maniaco sessuale, era un fanatico religioso, era una prostituta vendicativa e altro ancora. In tutta questa confusione l’unico a tenere i nervi saldi fu proprio lo sventratore, che il 27 settembre inviò una lettera alla Central News Agency firmandosi, per la prima volta, Jack the ripper. Tra i vari sberleffi, l’autore assicurava di essere entusiasta del proprio lavoro, e di voler mandare alla polizia, come prova della sua serietà, un orecchio della prossima vittima. Il giorno dopo, con un altro messaggio, promise che ci sarebbe stato un doppio programma. Ci fu.
L’ORRORELa notte del 29 settembre furono sgozzate Elizabeth Stride, – detta La Lunga e Catherine Eddowes, alla quale era stato mozzato un lobo auricolare. Ora la misura sembrava colma. La folla si mobilitò, i più violenti provocarono tumulti, i più devoti affollarono le chiese, e i più fantasiosi si rivolsero ai medium. Uno di questi, Robert Lees, che si vantava di frequentare la Corte, diede anche una descrizione del carnefice. Circa un secolo dopo, durante il sequestro Moro, un’altra seduta spiritica, cui partecipò l’ex primo ministro Romano Prodi, approdò allo stesso risultato, cioè a niente. Churchill diceva che ci sono momenti in cui anche gli atei pregano. Potremmo aggiungere che ce ne sono altri in cui anche un fermo intelletto cede alla superstizione.

CANNIBALISMO
Nel frattempo accadde un evento raccapricciante. L’autopsia aveva rivelato che al cadavere della Eddowes era stato asportato un rene, e la notizia era rimasta segreta. Il 16 ottobre Georg Lusk, che dirigeva il comitato di vigilanza di White Chapel, ricevette un pacco con un messaggio di Jack : Egregio signore, vi mando metà del rene. L’altra metà l’ho fritta e mangiata. Era ottima. L’indignazione popolare esplose, la stessa regina si lamentò con discrezione sovrana e il capo di Scotland Yard, sir Charles Warren fu costretto a dimettersi. Intanto Jack preparava il suo colpo più sensazionale. Il 9 novembre, mentre la folla assisteva festosa al corteo di insediamento del nuovo Lord Mayor, gli strilloni urlarono la scoperta di un altro cadavere. Londra ripiombò nel panico, che diventò sbigottimento quando emersero i particolari del delitto. La sventurata Mary Kelly era stata aggredita a casa sua, e il macabro teatro predisposto dall’assassino oltrepassava ogni immaginazione: la gola squarciata, il naso e le orecchie tagliati, il resto del volto sfigurato, lo stomaco e il ventre aperti, il fegato rimosso e deposto sulla coscia destra, gli organi sessuali asportati, e su un tavolo, disposti con cura, i seni, il cuore e i reni. I poliziotti vomitarono, e qualcuno svenne. Il governo si riunì d’urgenza, e stavolta la Regina Vittoria protestò pubblicamente.

LA CONCLUSIONE
Qui, al culmine dell’esaltazione necrofila, lo squartatore si fermò. Pochi giorni dopo la morte di Mary Kelly la polizia sostenne di aver individuato l’omicida che si sarebbe suicidato, gettandosi nel Tamigi durante la fuga. Fu una versione controversa, e pochi ci credettero. Sta di fatto che le aggressioni finirono, e Londra riprese a respirare. Il terrore si convertì in studio, e questo in lugubri fantasie: si sospettò di dozzine di persone, dai medici radiati ai maniaci scappati dai manicomi fino a un membro della famiglia reale. La ricerca continua ancora oggi con l’ausilio del Dna, ma senza risultati, salvo la produzione, come s’è detto, di decine di film e di storie romanzate.

I COLLEGHI
Jack the ripper non fu, naturalmente, il primo degli assassini seriali. Gilles de Rais, che nel 400 rapi, violentò e bruciò vivi più di cento bambini, o la contessa Bathory che torturò e uccise altrettante ragazzine, lo superarono nei numeri, se non in crudeltà. Ma fu il primo ad essere esaltato, sia pure nel terrore e nell’odio, dalla comunicazione di massa, eccitando l’opinione pubblica a quella morbosa curiosità che fa parte della nostra imperfetta natura. Comunque Jack ebbe molti imitatori, da Landru al dottor Petiot via via fino al nostro mostro di Firenze. L’America mantiene questo poco invidiabile primato. E pochi giorni fa il settantaquattrenne californiano Joseph De Angelo è stato condannato all’ergastolo per aver commesso, tra il 1975 e il 1986, cinquanta stupri e tredici omicidi. È stato individuato attraverso il Dna, che questa volta si è rivelato utile.