Il Sole 24 Ore, 29 agosto 2020
Giappone, l’addio di Abe
Una svolta epocale. Il premier giapponese Shinzo Abe ha confermato l’intenzione di dimettersi a causa del deteriorarsi delle sue condizioni di salute. Soffre da tempo di una colite ulcerosa. «Il mio attuale stato di salute, a seguito dei recenti controlli, non mi consente di concentrarmi sulle questioni più importanti che riguardano il governo, ed è il motivo per cui intendo farmi da parte», ha dichiarato il premier nel corso di una conferenza stampa trasmessa in diretta dalle reti nipponiche.
Il capo dell’Esecutivo nipponico, 65 anni, ha detto che continuerà a seguire il trattamento medico previsto per la sue condizioni sanitarie, aggiungendo che le ultime visite ospedaliere effettuate a partire da giugno lo hanno convinto a prendere la decisione di lasciare l’incarico. Abe ha dichiarato di non aver in mente un nome per la sua successione, spiegando che seguirà le selezioni del candidato del Partito liberaldemocratico (Ldp) attualmente al governo e l’eventuale esito della maggioranza parlamentare. Abe ha poi accennato alle nuove misure di sostegno per prevenire una seconda ondata del coronavirus.
La notizia delle dimissioni del premier Shinzo Abe ha affondato la Borsa di Tokyo arrivata a cedere fino al 2,6% per poi limitare il calo. Al termine delle contrattazioni l’indice Nikkei dei titoli guida è riuscito ad arginare il calo chiudendo a -1,41% a 22.882 punti e il più ampio indice Topix lo 0,68% a 1.604,87 punti.
Si apre ora la corsa per la successione. Il vice di Abe, il ministro delle finanze, Taro Aso, 79 anni, dovrebbe assumere la carica di primo ministro ad interim, ma è quasi certo che le sue dimissioni scateneranno una corsa alla leadership nel Partito liberaldemocratico. Lo stesso Aso dovrebbe essere uno dei candidati; dal 2012 unisce le funzioni di ministro delle Finanze e di vicepremier.
Stretto alleato di Abe, ha ricoperto la carica di premier nel 2008-2009: il suo mandato fu troncato da una grave sconfitta del Partito liberaldemocratico. Proveniente da una ricca famiglia di industriali e politici, da tempo gli viene accreditata l’ambizione di tornare al potere. A detta dei critici, la sua carriera politica è stata costellata di innumerevoli gaffes. Nel 2013, ad esempio, “invitò” le persone alla fine della vita a morire «rapidamente» per ridurre i costi sanitari. Alcuni mesi dopo suggerì che il Giappone avrebbe potuto «prendere ispirazione» dalla Germania nazista allo scopo di riformare la sua Costituzione pacifista.
Gli altri possibili successori, secondo quanto riportano i media internazionali, sono questi. Yoshida Suga, che ha svolto un ruolo importante nel ritorno al potere di Abe dopo il fallimento del suo primo mandato come primo ministro nel 2006-2007. Abe lo ricompensò nominandolo segretario generale del governo nel 2012, posizione strategica in cui vengono coordinate le azioni dei ministeri e del partito al potere e si fa da raccordo con i governatori regionali. A 71 anni, Suga è spesso anche il volto del governo in qualità di portavoce, parlando alla stampa ogni giorno. È figlio di un contadino che riuscì a pagargli gli studi e le sue umili origini spiccano in un partito dominato da eredi di grandi famiglie politiche ed ex tecnocrati.
Un altro candidato è l’ex ministro della Difesa, Shigeru Ishiba, appassionato di tecnologie militari, che coltiva anche un gusto smodato per la musica pop giapponese degli anni 70. Banchiere, 63 anni, è considerato oratore carismatico e uomo di esperienza: la vicepresidenza del partito la conquistò a 29 anni. Come Abe, Ishiba è un “falco” che sostiene il rafforzamento delle forze armate nipponiche nella Costituzione pacifista.
Poi c’è il ministro della Difesa Taro Kono, 57 anni. Un tempo considerato un riformista ambizioso e indipendente, in seguito si è allineato, occupando posizioni strategiche nel governo Abe. Negli ultimi anni ha così evitato di ricordare pubblicamente la propria opposizione all’energia nucleare, sostenuta invece dal governo. Laureato alla prestigiosa università americana di Georgetown, Kono è stato anche ministro agli Esteri dal 2017 al 2019.
Spesso viene paragonato a suo padre, l’ex segretario generale del governo Yohei Kono, famoso per aver presentato nel 1993 le sue «scuse» e il suo «rimorso» per la prostituzione forzata delle donne asiatiche durante la seconda guerra mondiale.
Infine l’ex ministro degli Esteri Fumio Kishida, considerato lo stratega del Partito liberaldemocratico, è stato spesso visto come il candidato favorito da Abe per la successione. A detta dei critici, la mancanza di carisma potrebbe rappresentare un ostacolo. Eletto a Hiroshima, 63 anni, Kishida è stato l’artefice della storica visita di Barack Obama nel 2016, la prima di un presidente degli Stati Uniti in carica nella città devastata dalla bomba atomica americana. Da oggi si apre la corsa alla successione.