ItaliaOggi, 28 agosto 2020
India primo produttore di moto
L’India è il più grande produttore di moto e tre ruote al mondo, con una media di oltre 20 milioni di veicoli nuovi venduti ogni anno e 24 milioni prodotti (dato 2019). Da 60 anni l’Italia conta molto in questo settore in India. Pioniere è stata Piaggio, che avviò la produzione in collaborazione con il gruppo Bajaj già nel 1960. Dagli anni ottanta fino al 1999 Piaggio poi rafforzò la sua presenza in partnership con LML, sviluppando know-how e esperienza insostituibili. Risultati? Grazie ai know-how di Piaggio, Bajaj ormai indipendente è diventato uno dei primi costruttori mondiali di due e tre ruote. E Piaggio è considerata un modello culturale e un riferimento operativo come best practice per l’India. Un mercato che, con un fatturato di 260 milioni di euro nel 2018, aveva fatto la differenza per il gruppo di Pontedera.
E ora in India la Piaggio di Colaninno guarda oltre e punta enormemente sull’elettrico. Anche se ad oggi l’India non è ancora il paese della mobilità elettrica. Nell’anno fiscale 2019-2020 in tutto il paese sono stati venduti solo 152 mila veicoli a due ruote elettrici, di cui il 97% scooter.
Certamente anche per Piaggio la crisi pandemica di fatturato nel 2020 è epocale. Si salvano in parte i veicoli a tre ruote, compresi i risciò (gli asiatici tuk tuk). Nel mercato indiano in particolar modo a dicembre 2019 Piaggio ha lanciato il modello E-City di Ape elettrica, dotato di batterie intercambiabili che possono essere sostituite rapidamente nelle stazioni di servizio per evitare così di tenere il veicolo fermo durante la ricarica. Una mossa importante per la casa italiana, che produce nello stabilimento di Baravati nella zona di Pune nello stato di Maharashtra, cuore dell’industria automobilistica del subcontinente. Distretto dove, a Chakan, opera anche un altro marchio italiano della filiera automobilistica, la Brembo. Presente in India dal 2006, con sedi anche a Delhi e a Chennai. Positività viene espressa dal country manager di Brembo India, Luca Bottazzi: «L’obbligatorietà di freni Abs e dell’assicurazione, stretta creditizia, hanno portato a un rincaro dei prezzi. A questo si è aggiunta la contingenza del Coronavirus», commenta Bottazzi. «Ma in India i motocicli rimarranno un veicolo prioritario, data la prevalenza delle aree rurali».
La community industriale italiana della moto in India non si limita a Piaggio e a Brembo, ma include tra gli altri Dell’Orto, Ducati Energia, e Gaser. L’amministratore delegato di Gaser, Gianni Franzosi, ha infatti recentemente annunciato la prossima apertura nel 2020 dello stabilimento di Chakan.
L’arrivo di Gaser può diventare una rivoluzione per l’India, dato che introdurrà la qualità dei trattamenti metallici nei componenti automotive, in una nazione che ne ignora principi e metodi.
Un altro costruttore mondiale che sta puntando sull’elettrico in India è Royal Enfield, il più antico marchio di motociclette al mondo, nato nel 1901, e diventato indiano da anni, con produzione a Chennai. L’amministratore delegato, Vinod Dasari, conferma l’obiettivo anche se non specifica i tempi: «La questione non è se bensì quando ci saranno delle moto elettriche Royal Enfield».
Il guru del settore motociclistico in Italia, Massimo Bacchetti, fondatore di Motociclismo e editore di Motospia, è sicuro: il grande mercato della mobilità elettrica si svilupperà in India simultaneamente all’Europa, ma non prima del 2023. La dimensione delle batterie è ancora sfavorevole. A tal proposito Bacchetti fa un paragone con i telefonini di 20 anni fa che pesavano molto: bisogna aspettare un prodotto più ergonomico.
Il segnale in India lo dovrà dare soprattutto la Hero-Honda. Il salto tecnologico verrà infatti dall’Oriente, dove i produttori trainanti sono Honda e Yamaha (quest’ultima sfrutterà le tecnologie Toyota), e dove i grandi costruttori di batterie più avanzate saranno inevitabilmente i cinesi. Questo potrebbe avere conseguenze economiche e politiche, dato l’attuale embargo sine die dell’India per qualsiasi prodotto cinese.
Insomma, luci e ombre. La scommessa di Piaggio, Royal Enfield e di tanti altri produttori per il futuro elettrico nel mercato indiano è ancora, tutta, da giocare.