Il Sole 24 Ore, 28 agosto 2020
Anche la Svizzera sprofonda in recessione
Un po’ meno drammatica ma pur sempre recessione. La Svizzera non viene risparmiata dalla crisi che flagella l’intera Europa. Nel secondo trimestre del 2020 ha registrato una contrazione del Pil dell’8,2%. È quanto emerge dai dati diffusi dal ministero dell’Economia. Si tratta di un calo trimestrale senza precedenti sul quale ha influito la pandemia. Nel primo trimestre dell’anno l’economia elvetica aveva registrato una contrazione del Pil del 2,5% rispetto al trimestre precedente.
Tuttavia, secondo le valutazioni degli economisti, il quadro potrebbe essere meno drammatico di altri Paesi europei colpiti dalla crisi, come Italia, Francia e Germania. La recessione in atto pare diversa dalle altre e nei prossimi mesi vi sarà un rimbalzo: sono questi gli spunti che emergono dai commenti degli esperti, dopo l’annuncio del crollo di proporzioni storiche.
Claude Maurer, analista di Credit Suisse, dichiara che il calo del Pil «è relativamente modesto secondo gli standard internazionali. Le ragioni sono tre: in primo luogo le misure di confinamento, causato dal Covid-19, sono state meno drastiche che in Italia o in Spagna. In secondo luogo, i provvedimenti per attenuare gli effetti negativi del lockdown sono stati presi in modo rapido ed efficiente. Infine la Svizzera dispone di una diversificazione produttiva, in termini di settori, relativamente vantaggiosa». L’analisi di Alessandro Bee, di Ubs, mette a fuoco un altro fattore. Il secondo trimestre ha mostrato alcune specificità congiunturali. Di solito in Svizzera la recessione è innescata da un forte calo delle esportazioni nette, mentre i consumi stabilizzano l’economia. Nei dati del Pil del secondo trimestre si legge proprio il contrario e ciò dimostra che questa recessione è soprattutto di natura interna. Il quadro dovrebbe però cambiare nei prossimi trimestri. Rispetto alle previsioni a volte molto fosche del primo semestre, la recessione del 2020 dovrebbe essere meno grave di quanto temuto, grazie all’efficace politica economica della Confederazione e della Banca nazionale svizzera (Bns).
Alexander Koch, analista di Raiffeisen, spiega che, come previsto, «l’economia svizzera ha subito un crollo senza precedenti nel secondo trimestre. Tuttavia, il Pil si è ridotto un po’ meno drasticamente di quanto inizialmente temuto e assai meno rispetto a molti altri Paesi. Oltre al crollo delle esportazioni e degli investimenti, questa volta le misure di contenimento hanno colpito duramente anche i consumi privati, in genere resistenti. Va rilevato che la voglia di consumare è tornata rapidamente con l’allentamento del confinamento». Ciò significa che il trimestre in corso vedrà un aumento eccezionalmente forte del Pil. L’economia svizzera dovrà comunque fare i conti con la crisi del coronavirus.
Ottimisimo anche da partre di Karsten Junius, del gruppo di Private banking, Safra Sarasin. «Non c’è dubbio che si tratti di un crollo storico del Pil. Ma la favorevole struttura industriale della Svizzera impedisce un calo più grave».