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 2020  agosto 26 Mercoledì calendario

Charlotte, al supermarket delle armi

CHARLOTTE — «Devo farmi trovare pronto per il 3 novembre, nel caso Trump non vinca». Steven Widows è un pensionato del North Carolina. È arrivato a Charlotte per comprare la sua prima arma: una pistola semiautomatica. «I governi non ci porteranno via le cose», dice con tono di sfida, a pochi passi dal bunker della convention repubblicana. Widows ha il naso schiacciato, la bocca storta e due rughe profonde ai lati da film dei fratelli Coen. Non ha mai sparato, smozzica parole incerte quando parla di calibro. Indossa un cappellino con scritto “Freedom”. Widows non lo ammette, ma ha paura. La notizia più preoccupante, però, è un’altra: non è solo. Migliaia di pensionati come lui corrono ad armarsi per la prima volta, spaventati dalle parole di Trump che ha messo in guardia gli americani: se vincerà Biden, i “socialisti” toglieranno al popolo le armi e aboliranno la polizia.
Secondo Economics Studies Brooking, dopo le stragi di Sandy Hook, San Bernardino e Parkland,vennero vendute in media 700 mila armi. Negli ultimi mesi sono salite a 1,4 milioni. Per averne la conferma, basta andare a Westerly Hills Plaza, 3332 Wilkinson Boulevard, otto minuti di auto dal centro di Charlotte. Nella piazzetta dello shopping, c’è il tempio americano del Secondo Emendamento: Hyatt Gun Shop, il negozio di armi più grande d’America. Cinquemila pezzi in vendita, al dettaglio o online. «C’è un giorno preciso in cui le vendite si sono impennate racconta il proprietario, Larry Hyatt, 72 anni – venerdì 13 marzo». Il giorno in cui Trump dichiarò l’emergenza nazionale a causa della pandemia. Hyatt pensava di chiudere, invece l’indomani, acceso il computer, trovò centinaia di prenotazioni da tutti gli Usa. «Da quel giorno siamo passati da 30 nuovi clienti al giorno, a 70». Due sono i nuovi tipi di clienti: donne afroamericane e anziani pensionati bianchi. «Le prime hanno paura per la loro famiglia – spiega con tono affabile – i secondi mi telefonano e mi dicono: Larry, non ho niente per difendermi».
Nello store, tappezzato di pannelli verdi, i clienti si alternano ai banconi. Una donna sul metro e cinquanta, di origine asiatica, si ferma davanti al settore delle Glock 9 millimetri. Poco più in là, c’è la 44 Magnum, al prezzo di 1029 dollari. Ma il tipo d’arma che va di più è la Smith & Wesson 9 millimetri, 499,99 dollari. I pensionati, camicia a fiori e pantaloncini, si fermano, sfilano il caricatore, puntano, poi decidono. «Magari non la useranno mai – spiega Hyatt – ma li aiuta. I fucili sono per chi ha già un’arma, ma rispetto agli italiani, che hanno più stile nell’imbracciarli, qui li usiamo in modo più rozzo». Stile o meno, l’America si arma, aspettando il 3 novembre. E poi? «È la domanda che mi faccio spesso – confessa Hyatt – se vince Trump, scoppieranno rivolte per strada. Se vince Biden, si arrabbieranno i trumpiani. Io posso solo dire che quel giorno saremo aperti».