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 2020  agosto 26 Mercoledì calendario

I 165 vaccini in lizza

Attualmente i vaccini candidati contro il Covid-19 sono più di 165. Trentadue le formulazioni già sperimentate sull’uomo: otto sono nella Fase 3 (quella conclusiva) e due, quello cinese e quello russo, sono stati approvati ufficialmente dalle rispettive agenzie regolatorie, senza aver concluso l’iter clinico. Il candidato italiano di ReiThera è nella Fase 1. Ecco una carrellata dei composti più promettenti.
I candidati in Fase 3 di sperimentazione (che serve a valutare efficacia e sicurezza su migliaia di persone) basati sulla tecnica ad «acido nucleico» sono quelli di Moderna e BioNTech/Pfizer. Utilizzano uno o più geni del coronavirus (in questo caso) per provocare una risposta immunitaria. Moderna collabora con i National Institutes of Health Usa. Il governo Trump ha finanziato la ricerca e opzionato 100 milioni di dosi. Il vaccino BioNTech/Pfizer è dello stesso tipo: l’azienda tedesca ha avviato collaborazioni con Pfizer (Usa) e il produttore cinese di farmaci Fosun Pharma. La Fase 3 coinvolge 30 mila volontari. Si prevedono 1,3 miliardi di dosi entro la fine del 2021.
Un’altra strada che si sta tentando di percorrere è quella del vaccino basato su un «virus inattivato» che non può replicarsi, ma stimola la produzione di proteine virali che innescano la risposta immunitaria. In Fase 3 ci sono il candidato cinese, quello di Oxford e il russo.
Il vaccino cinese sviluppato da CanSino Biologics utilizza l’adenovirus di tipo 5 del comune raffreddore. Il rischio è che il sistema immunitario si ricordi di precedenti infezioni e lo elimini, rendendo inefficace il vaccino. Altre aziende hanno scelto adenovirus di primati.
La società svedese-britannica AstraZeneca, ad esempio, sta sperimentando un adenovirus di scimpanzé. Il suo è il vaccino «di Oxford» o «europeo», perché l’Europa (compresa l’Italia) ha prenotato 400 milioni di dosi. È in Fase 3 in Brasile, Sud Africa e Stati Uniti. Collabora alla sua realizzazione anche l’Irbm (Istituto di ricerca di biologia molecolare) di Pomezia.
Il vaccino russo, chiamato Sputnik, è appena entrato nella Fase 3, ma non ha reso pubblici gli studi relativi alle precedenti fasi. A realizzarlo il Gamaleya National Research Centre for Epidemiology and Microbiology con adenovirus di tipo 5.
Il candidato vaccino italiano GRAd-CoV2 di ReiThera si basa sulla stessa tecnologia ma utilizza adenovirus di gorilla.
La tecnica ben collaudata che negli anni ha portato a produrre diversi vaccini in uso oggi è però quella della «proteina ricombinante», che utilizza una proteina dello stesso virus che si combatte. La procedura è più lunga e complessa, ma questi composti finora hanno indotto le più elevate concentrazioni di anticorpi neutralizzanti e potrebbero funzionare meglio. Sanofi sta sviluppando un vaccino con queste caratteristiche insieme a GSK.
Infine, alcune società cinesi stanno tentando il vaccino con «virus inattivato» (che utilizza una versione indebolita del coronavirus): una strada rischiosa per lo stoccaggio di grosse quantità di virus.