Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  agosto 26 Mercoledì calendario

A proposito del cuneese Briatore

Questo Briatore di cui tutti parlano – mi dicono – è di Cuneo. Che però, diciamolo, non ne ha colpa alcuna. Cuneo – è vero- è purtroppo dannata in eterno da quella memorabile battuta di Totò ("sa, io ho fatto il militare a Cuneo") ma non per questo è culla di briatori. Di Cuneo, anzi di Mondovì, un comunello vicino, era il grande Giovanni Giolitti, statista insigne dell’età liberale e forse il più intelligente politico che abbia espresso l’Italia del Novecento (almeno nella classe di governo). Uno, Giolitti dico, tutto scarpe grosse e cervello fino. Che quando andava al Parlamento a Roma ci andava a piedi, col suo passo da montanaro. Un mio zio, che studiava a Torino, dice di averlo visto in stazione a Porta Nuova con la valigia a peso, prendere la carrozzella a sue spese per andare a casa. Figurati che differenza.A Cuneo eraono fatti cosi. Parlavano poco, sapevano cos’erail lavoro, vestivano (vestivano allora) sobriamente. Non avevano il cosiddetto glamour nel loro dna (come scriveva Pavese dei suoi conterranei? “Quel grande silenzio, che è la nostra virtù"). Ecco, ma allora questo Briatore da dove sbuca? Un personaggio da rotocalco, tutto motoscafi di lusso e scarpe firmate, belle donne seminude da collezione da esibire a fotografi compiacenti e eloquio senza freni? Parla di tutto: persino dei pastori, che anni fa gli hanno pure dato retta. Da dove viene una macchietta cosi? Non si sa. Ma a noi resta un dubbio: se invece di far danno da noi in Costa se ne stava a Cuneo, chi lo conosceva mai? Vuoi vedere che i veri briatori siamo noi sardi che ce lo teniamo e magari pure ci lasciamo contagiare le sue mattane?