Il Sole 24 Ore, 25 agosto 2020
Il fondo che ha truffato Antonio Conte
C’è un Bernie Madoff a Londra, ma ha un nome italianissimo: Massimo Bochicchio. Sulle rive del Tamigi è stata scoperchiata una truffa finanziaria, ennesima incarnazione dello Schema Ponzi, vecchia tanto quanto la storia dei risparmi: prendi i soldi e scappa. Nella rete è finita impigliata la star del calcio Antonio Conte, l’allenatore delI’Inter, il club di calcio reduce dalla finale persa di Europa League, ex ct della Nazionale ed ex Juventus, fama da duro in campo e fuori. Mente il mister si disperava a bordo campo, e vedeva offuscata la sua fama di vincente, a Londra il tecnico era alle prese con ben altri e più sostanziosi problemi: la restituzione di decine di milioni di euro investiti in un misterioso fondo di investimento: la Kidman Asset Management, evanescente società finanziaria con sede a Londra.
Per il vulcanico Conte, una doppia tegola nell’anno del Covid: finanza e sport. Più che il karma, sono i tempi e modalità della truffa a far emergere interrogativi: la Kidman è una meteora piccolissima che ha curiosamente attratto pianeti molto grandi. È stata costituita appena un anno fa: dai registri la data di costituzione è il 6 marzo del 2019. Conte dunque investì milioni di euro in una società londinese dopo aver detto addio al Chelsea ed aver lasciato Londra per tornare in Italia. L’esperienza britannica per l’allenatore finì nell’estate del 2018, con un litigioso divorzio da Roman Abramovic, il patron del club di calcio inglese. Ma l’anno dopo Conte decide di investire una somma consistente del suo patrimonio in una società inglese, neocostituita, che oltre a non avere storia non aveva uno straccio di bilancio e nemmeno capitali: la società è composta da una sola azione, intestata a Bachicchio, del valore di 1 sterlina. La Kidman ha tutta l’apparenza della classica scatola vuota: dopo appena sei mesi dalla nascita, lascia la sede di Tabernacle Street, nel non proprio esclusivo quartiere di Shoreditch, per trasferirsi in una zona più consona a chi gestisce decine di milioni di euro di Vip: la New Derwent House, a Theobalds Street, a due passi dal British Museum, nel cuore signorile di Holborn, la Londra benestante. Ma in realtà sembrano tutti indirizzi di comodo, meri domicili di service provider per società.
Facendo leva sul nome di HSBC, la più grande banca inglese, per la quale aveva lavorato, Bochicchio ha usato il nome prestigioso come specchietto per allodole e attirare clienti. I soldi raccolti risultavano parcheggiati su un conto di deposito di HSBC cosa che faceva credere agli investitori che ci fosse la banca anglo-cinese dietro. Ma così non era: anzi lo spregiudicato manager, classe 1966, ha pure usato il nome del colosso bancario per stampare documenti falsi. La vicenda è finita in Tribunale a Londra: gli otto hanno fatto causa per riavere indietro quanto investito. Il finanziere italiano aveva promesso investimenti fruttuosi, ad alto rendimento. Dopo un tira e molla durato mesi, gli otto soci si aspettavano un pagamento di 33,1 milioni di euro entro la fine di giugno 2020, di cui 30 proprio all’allenatore. Ma i soldi non sono mai arrivati. Così, dopo richieste a vuoto e pure la scoperta di un indirizzo falso della società, Conte e gli altri truffati si sono rivolti al Tribunale. Il giudice ha dato ragione a Conte e compagni di sventura: ha congelato 61 milioni di dollari di beni di Bochicchio e intimato il finanziere a restituire i soldi all’allenatore italo-britannico (che voci vogliono in procinto di tornare proprio in Premier League) in una società senza un passato e con una dotazione di appena una sterlina.
Ma la stranezza più macroscopica è che la Kidman non risulta autorizzata dalla FCA, l’organo di vigilanza finanziaria del Regno Unito: chiunque raccolga e gestisca soldi di terzi, in Uk deve essere “FCA Regulated” ma di questo “timbro” non c’è traccia nei documenti della società. «L’autorizzazione della FCA equivale alla direttiva Mifid – spiega Alessandro Belluzzo, esperto societario e fiscale della Belluzzo International di Londra – e senza è praticamente impossibile operare». Cosa può essere successo? «Raccogliere soldi da amici e conoscenti è comunque legale in UK, ma si basa solo sulla fiducia» argomenta il professionista. Evidentemente la fiducia era tale che nessuna delle anomalie della Kidman (l’assenza di track record, di capitali e di autorizzazioni) fece suonare un campanello d’allarme ai suoi investitori. Una perfetta Catena di Sant’Antonio per Antonio (Conte).