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 2020  agosto 25 Martedì calendario

La Sicilia brucia, chi se ne accorge?

Un commentatore neanche troppo malizioso farebbe notare che se accadesse in Liguria o in Toscana i giornali e le tv ne sarebbero pieni. Ma sarebbe bollato come il più insopportabile dei vittimisti meridionali, dunque lasciamo perdere. Il peggio è che non se ne accorge nemmeno il governatore Nello Musumeci, troppo concentrato sulla questione dei migranti per trovare il tempo di occuparsi anche dei roghi che devastano le perle naturali della sua regione. Me ne accorgo io, perché dal mio paese, Avola, mi arrivano notizie allarmanti. Paurose. Basti guardare su internet le foto spettacolari e terribili. Ettari ettari ed ettari di mandorli, ulivi ed erbe aromatiche, lentischi, timo, rosmarino, mirto, corbezzoli, il tipico tesoro naturalistico della macchia mediterranea diventato cenere in zone che si chiamano Cava Pisciarello e Cava Cannaluvari (Carnevale). Dove le fiamme hanno bruciato il sito antico in zona Ronchetto, la necropoli di Cozzo Tirone, fino a lambire le abitazioni. Coinvolta anche una zona di Noto, esattamente Cozzo Tondo, nella valle dei Miracoli in cui troneggia l’eremo di San Corrado di Fuori (il beato piacentino che verrà festeggiato l’ultima domenica di agosto, cioè la prossima). Probabilmente il tutto ha origini dolose, visto che non per caso (e senza prevenzione) gli incendi sono divampati in contemporanea da vari punti: l’impunità, che si ripete ogni anno, è altrettanto probabile. Si tratta, più o meno, degli stessi luoghi che hanno fatto andare in estasi, il mese scorso, la tv americana Cnn, per la quale i Laghetti di Cavagrande del Cassibile sono tra i venti migliori posti al mondo in cui nuotare: «Due piscine azzurre nelle profondità di un canyon, raggiungibili dopo 90 minuti di discesa lungo un sentiero che passa attraverso boschi lussureggianti e rocce calcaree...». Notizie dell’alloro internazionale? Poche qua e là su qualche sito internet. Se il fiume Cassibile si trovasse in Piemonte o in Veneto… Vittimismo meridionale, dunque lasciamo perdere. Del resto, forse non era disponibile lì per lì neanche un vip che potesse fare da testimonial a quei luoghi incantevoli. Chissà se dopo aver benedetto gli Uffizi un giorno Ferragni (che a Noto si è sposata) vorrà dedicarsi anche ai laghetti iblei: «Santa Chiaruzza bedda facci u miraculu, si’ megghiu e chiù influencer di San Curràu!».