La Gazzetta dello Sport, 24 agosto 2020
In morte di Gigi Serafini
Il basket italiano piange la scomparsa di Gigi Serafini, morto ieri a Bologna. Aveva 69 anni ed è stato uno dei giocatori-simbolo della Virtus anni 70 dove, da capitano, vinse uno scudetto nel 1976 e una Coppa Italia nel 1974. Fu il coronamento della favola di un ragazzo alto 2.10 che andava a lavorare in fabbrica senza sapere neanche che cosa fosse il basket. Lo notò, quando aveva 15 anni, Nino Calebotta, bandiera delle V nere. Gigi imparò presto il mestiere di giocatore e si scoprì campione. A capo di una squadra forte, unita, con compagni (e amici) del livello di Fultz, Caglieris, Bonamico, Driscoll, Bertolotti. In azzurro, ha vestito la maglia della Nazionale 112 volte vincendo il bronzo all’Europeo 1971 con due partecipazioni olimpiche. Il meglio lo ha dato nella Virtus Bologna dell’avvocato Porelli, guidata da Dan Peterson. Ma Gigione si è fatto amare anche nella storica Pallacanestro Milano di Chuck Jura. E poi ancora a Venezia, Fabriano e Firenze. Lo chiamavano tutti il gigante buono. Con modestia, lavoro e canestri ha contribuito a rendere grande la pallacanestro italiana. Esponente silenzioso del cosiddetto basket-boom. Quando la Serie A era il meglio che si potesse trovare in Europa.