la Repubblica, 24 agosto 2020
Addio all’indice del rossetto
Sotto la mascherina, niente. Già. La più efficace misura di protezione anti virus sta spingendo sempre più donne ad abbandonare il rossetto. Al punto che nei primi sei mesi dell’anno, le vendite sono crollate del 60 per cento, secondo dati diffusi da Nielsen. D’altronde, lì sotto, nessuno lo nota. E poi con l’essenziale schermo sul viso si sbava pure il trucco più accurato: col rischio di abbassare la maschera e mostrare un mascherone impiastricciato.
Ma come la mettiamo con quel Lipstick Index che da vent’anni ci aiuta a capire come stiamo affrontando i tempi di crisi? Da quando Leonard Lauder, patron del colosso di prodotti di bellezza Estée Lauder, nel mezzo della recessione economica del 2001 ipotizzò una relazione tra il momento e la vendita di rossetti, notando che una diminuzione nell’acquisto di beni di lusso corrispondeva ad una crescita nei consumi di gloss e affini dell’11 per cento, gli economisti considerano l’acquisto di rossetti un eloquente segnale di incertezza socio-economica. Un bene rifugio, psicologico. Con pochi soldi in tasca, insomma, si preferisce investire su qualcosa di gratificante ma economico: mentre tutto naufraga la cura di sé aiuta a sopravvivere.
Ora l’imprevisto fattore mascherine ha tolto sostanza a quell’ormai storico indicatore economico: il concetto, però, funziona ancora. Con una variazione, le creme idratanti. Lo afferma Fabrizio Freda, l’amministratore delegato – italiano – della multinazionale Estée Lauder. «In tempo di Covid, il Lipstick Index è stato sostituito dal Moisturizer Index», dice: le cremine, insomma.
E pazienza se, secondo uno studio di McKinsey&Company, fra lockdown e crisi, l’industria estetica globale quest’anno rischia di perdere almeno il 30 per cento di ricavati. Ci sono comunque prodotti “resilienti” le cui vendite sono in ascesa. Saponi e lozioni, smalti per unghie e, appunto, le creme idratanti. Una tendenza, d’altronde, già osservata un anno fa in Cina, dopo la contrazione di vendite di beni di lusso e il giro di vite del governo sui prodotti di fascia più alta.
Dopo il lockdown, che ha tenuto a lungo le signore lontano dai parrucchieri di fiducia, vendono bene pure le tinture. E perfino il mascara ha subito un lieve balzo: un po’ perché, lo dicono le esperte di tutorial, con le labbra mortificate sotto le mascherine valorizzare gli occhi funziona. E poi perché con l’aumento delle riunioni di lavoro su Zoom, è un bene mettere lo sguardo in rilievo.
Il nuovo approccio ai prodotti di bellezza non ha mutato solo l’indice di riferimento a cui fare affidamento per comprendere come stiamo affrontando la crisi. I grandi marchi resistono, ma ad essere in difficoltà ci sono i negozi di trucchi: le acquirenti preferiscono comprare i prodotti del cuore online, puntando su prodotti rodati, piuttosto che azzardarsi a provare un ombretto – figuriamoci un rossetto, o un fard – in un negozio. Mentre perfino una influencer come la star dei reality Kim Kardashian, ha fiutato l’aria: e ha venduto il marchio di cosmetici cui aveva dato il suo nome.
A difendere l’uso del rossetto sempre e comunque, c’è rimasta però la stella del partito democratico americano Alexandria Ocasio- Cortez. Che in un video, appena postato sul sito Usa di Vogue, ha voluto mostrare, passaggio dopo passaggio, la sua routine di trucco, sostenendo che «femminilità è potere». Nel video si concentra proprio sul celebre rossetto rosso fuoco: «Mi aiuta a sentirmi più sicura di me», dice. Anche sotto la mascherina.