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 2020  agosto 23 Domenica calendario

È morto Mario Marano

È morto ieri Mario Marano, uno dei due terroristi che il 28 maggio del 1980 sparò a Walter Tobagi, uccidendolo. L’ex militante della Brigata 28 marzo, gruppo vicino alle Br, aveva 67 anni. Per quel delitto Marano in primo grado fu condannato a 20 anni e 6 mesi, più del doppio di Marco Barbone e Paolo Morandini per i quali la corte inflisse solo 8 anni e 9 mesi e dispose il rilascio per i benefici di legge sui pentiti. In Appello la pena gli venne dimezzata: anche Marano aveva scelto di collaborare coi magistrati.
A 40 anni dall’assassinio dell’inviato del Corriere, con la morte ora di uno dei tanti attori degli anni di piombo, la cronaca ripropone ulteriori spunti di riflessione su uno dei momenti più tragici della storia della Repubblica e finisce per confermare quante ferite aperte ci siano nella memoria storica del Paese. Le «verità» giudiziarie infatti non sempre hanno collimato con le esigenze di giustizia delle vittime innocenti, colpevoli solo di fare il loro mestiere, e dei loro familiari e nemmeno con le valutazioni dei protagonisti di politica, istituzioni, cultura, come è emerso anche nei giorni scorsi dalle rivelazioni emerse dall’archivio dell’ex presidente Cossiga a proposito della lotta armata, delle sue finalità e dei suoi metodi, dei contatti tra partiti e zone opache di contiguità con l’eversione, dei rapporti infine tra ex terroristi ed esponenti del potere politico.
Forse il giudizio ancora attuale e lucido resta quello di Martini. Diventato arcivescovo di Milano pochi mesi prima dell’assassinio di Tobagi ne aveva celebrato i funerali. Come ricorda Silvia Meroni nell’importante volume Carlo Maria Martini e gli Anni di Piombo (Àncora editrice) parlando dei «pentiti» il cardinale disse che la collaborazione con la giustizia può produrre «vantaggi umani», ma «non ha la forza di purificare la coscienza dal sangue versato. Il “pentito” dovrà ancora dire: “Il mio peccato mi sta sempre dinanzi”». Parole profetiche per le coscienze e per la storia. Marano negli anni scorsi aveva partecipato al gruppo che faceva incontrare ex terroristi (tutti di sinistra) e familiari delle vittime, ma quando maturò l’idea di un libro (poi pubblicato dal Saggiatore: Il libro dell’incontro) si fece da parte, esprimendo anche riserve sull’uscita e sulla possibilità che lo sbocco editoriale potesse alimentare ferite aperte da quei delitti, a cominciare proprio da quello che eliminò un uomo mite e un grande professionista come Tobagi.