Corriere della Sera, 23 agosto 2020
La Bielorussia da Napoleone a Hitler fino a Putin
Quasi tutti gli Stati europei, nel corso della loro storia, hanno cambiato più di una volta il nome, le dimensioni, il regime istituzionale. Ma credo che la storia tormentata della Bielorussia (nota anche come Russia bianca) detenga un primato. Gli abitanti (oggi poco più di 9 milioni) che hanno dato il nome a questa terra bagnata da fiumi e laghi, non sono più bianchi dei loro cugini moscoviti o ucraini, e insieme appartengono a una madre comune, la Rus’ di Kiev, che è per tutti una patria storica, religiosa e culturale.
La Bielorussia non si affaccia sul mare ed è circondata da Polonia e Lituania a ovest, Lettonia a nord, Estonia e Russia a est e a sud. La sua storia è stata scritta, in buona parte, dagli umori, dalle ambizioni e dalla aggressività dei Paesi che la circondano. Finché Polonia e Lituania dominarono insieme l’intera regione, i bielorussi appartennero alla loro sfera d’influenza. Ma quando la Polonia, dovette rinunciare al suo rango di grande potenza e venne tre volte spartita, dal 1772 al 1795, fra Austria, Prussia e Russia, la sorte della Bielorussia finì per dipendere dal posto che la Russia occupava nella società internazionale e dal potere che Mosca esercitava sui popoli slavi. Quando Napoleone invase la Russia nel 1812, la guerra si combatté in Bielorussia, ed è bielorusso il fiume (Beresina) dove la Grande Armata subì una umiliante sconfitta. Quando la rivoluzione d’Ottobre mise fine alla Russia zarista, la Bielorussia poté proclamare la propria indipendenza insieme a Finlandia, Lettonia e Lituania, seguite da Estonia, Ucraina e Polonia. Ma nel dicembre del 1922, quando Stalin rimise ordine nello Stato russo, la Bielorussia divenne Repubblica socialista e sovietica dell’Urss.
Anche durante la Seconda guerra mondiale, dopo l’invasione tedesca, la Bielorussia fu per molti mesi un campo di battaglia e venne inserita da Hitler, con i Paesi baltici, in un Commissariato del Reich per le terre orientali. Vi furono, come in tutti i territori occupati, dei collaborazionisti, ma vi furono anche 400.000 partigiani bielorussi che combatterono contro i tedeschi sino alla controffensiva dell’Armata rossa. Da secoli quindi la Russia, per la Bielorussia, è un partner naturale. Divenne nuovamente indipendente nel 1990, ma firmò con Russia e Ucraina, l’8 dicembre 1991, l’atto che creava l’erede dell’Urss: un nuovo Stato chiamato Comunità degli Stati indipendenti. Non è sorprendente quindi che le sanzioni minacciate da qualche Paese della Unione Europea sembrassero a Putin il primo passo di una strategia destinata a portare la Bielorussia, come era accaduto della Ucraina, nella sfera d’influenza euro-atlantica. Ed è utile che negli scorsi giorni il presidente della Commissione, il presidente del Consiglio europeo e il presidente francese abbiano dato l’impressione di volere maggiormente coinvolgere la Russia nella crisi bielorussa dandole il ruolo che le spetta.