Il Sole 24 Ore, 22 agosto 2020
Domande al Fondo Pmi oltre quota 1 milione
Il varo delle misure del Dl liquidità, lo scorso 17 marzo, era stato contraddistinto da polemiche e da qualche intoppo. I giorni erano concitati, le aspettative delle imprese erano concrete ed elevate, nel pieno di un lockdown di cui non si intravedeva la fine. A sei mesi di distanza, Mise e Mediocredito centrale possono certificare più di un milione di domande pervenute (1.000.052, per l’esattezza), per un importo di oltre 71 milardi di euro. Il Governo e il mondo bancario manifestano soddisfazione per questo risultato, anche se il grande interrogativo, alla vigilia dell’autunno, è capire se e come il sistema delle imprese sarà in grado di sostenere ancora a lungo un mercato ancora asfittico o, in alternativa, se avrà la benzina necessaria per alimentare una eventuale ripresa degli ordini. Il timore di molti, nel circuito bancario, è che una eventuale stretta nella concessione dei prestiti, non più sostenuti dalle garanzie statali (in scadenza il 31 dicembre), mentre le moratorie sui prestiti sono state prorogate solo fino a gennaio dell’anno prossimo. Spetterà alla Commissione europea prendere in considerazioni eventuali proroghe.
In Italia, la stragrande maggioranza delle domande raccolte a oggi (839.711 operazioni su 994.661 effettivamente riconducibili al Dl) sono riferite a finanziamenti fino a 30mila euro, con copertura al 100%, per i quali l’intervento del Fondo è concesso automaticamente e possono essere erogati senza attendere l’esito dell’istruttoria (dal 19 giugno finanziamento e durata sono stati incrementati fino a 30mila e 120 mesi rispettivamente da 25mila e 72 mesi).
«I numeri – ha detto il ministro Stefano Patuanelli – danno la cifra dell’emergenza che abbiamo attraversato e stiamo ancora attraversando. La garanzia dello Stato al 100% è stata una misura innovativa che ha avuto bisogno di un rodaggio iniziale, ma oggi possiamo dire che le banche stanno facendo un grande lavoro. Avevamo stimato 100 miliardi di liquidità generata a fine anno, stima che è possibile raggiungere». Mcc segnala poi, tra le altre, 4.638 operazioni di rinegoziazione e/o consolidamento del debito con credito aggiuntivo di almeno il 10% del debito residuo e con incremento della percentuale di copertura all’80% o al 90% e altre 4.713 di rinegoziazione e/o consolidamento del debito con credito aggiuntivo di almeno il 25% del debito residuo. Un mix di esigenze di cassa e ristrutturazione del debito che è lo specchio delle esigenze diverse, tra la necessità di mantenere l’equilibrio finanziario in una congiuntura difficile e il bisogno di sostenere un’eventuale ripresa in un panorama in cui, come confermano molti operatori, le filiere sono quasi interrotte e i pagamenti stentano.
I primi numeri, in ogni caso, certificano «che lo strumento ha funzionato e che ha saputo garantire sostegno alla liquidità delle imprese nei momenti più duri dell’emergenza» spiega l’ad di Mediocredito Centrale, Bernardo Mattarella, sottolineando che «in sei mesi abbiamo effettuato lo stesso numero di operazioni lavorate in circa 20 anni di attività del Fondo. Credo che il supporto fornito in questi mesi – aggiunge – svolgerà un ruolo fondamentale anche nella fase che abbiamo davanti e che ci auguriamo sia di ripresa».
Guarda al prossimo futuro anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che ricorda il «continuo impegno, anche in giorni festivi, di tutti coloro che lavorano nelle banche». I risultati, ha aggiunto, «sono importanti, ma parziali. Cresceranno ancora, perché fino al 31 dicembre, salvo proroghe che auspichiamo, queste misure saranno operative».