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 2020  agosto 22 Sabato calendario

I quattro giorni di Dangarembga

La bella notizia è che Tsitsi Dangarembga, scrittrice dello Zimbabwe, è entrata nella longlist del Booker Prize, con buone possibilità di venire inserita nella selezione ristretta (come accadde nel 2013 alla connazionale NoViolet Bulawayo) per concorrere alla vittoria finale. La brutta notizia arriva quattro giorni dopo, alla fine di luglio: l’autrice di This Mournable Body — ultimo romanzo di una trilogia iniziata oltre trent’anni fa con Nervous Conditions (pubblicato anche in Italia da Gorée che lo intitolò La nuova me) e proseguita poi con The Book of Not — è stata arrestata ad Harare per aver aderito ad una manifestazione contro la corruzione.   «Da varie settimane – ha detto al Guardian — circolavano appelli sui social media: la gente era elettrizzata, si poteva sentire la sua energia. Poi il governo ha schierato l’esercito per impedire le proteste». Non è una novità, purtroppo, la determinazione con cui il presidente Emmerson Mnangagwa – detto «il coccodrillo» per la sua scaltrezza politica, collaboratore e avversario dell’impresentabile Robert Mugabe – cerca con qualsiasi mezzo di reprimere il malcontento. La cricca al potere ha sfruttato anche il coronavirus, imponendo un coprifuoco di dodici ore quotidiane.
  «Ho paura? Sì, certamente», ammette Dangarembga, rilasciata dopo un giorno e accusata di incitamento alla violenza. Il processo sarà a settembre. Ci si augura che la mossa del coccodrillo sia controproducente, visto che il tentativo di imbavagliare una personalità così apprezzata è stato accolto con indignazione nel mondo. Un mondo di cui la sessantunenne scrittrice e regista è una cittadina onoraria. Nata quando lo Zimbabwe si chiamava Rhodesia, ha studiato a Cambridge e si è trasferita a Berlino, dove ha frequentato una scuola di cinema e si è sposata con un tedesco. Il rientro in patria (a Harare si è poi laureata in psicologia) ha coinciso con una intensa attività, tanto di scrittura quanto dietro alla macchina da presa. Il suo primo lungometraggio, Everyone’s Child, del 1995, è dedicato agli orfani dell’Aids. È stata la prima volta che una donna nera ha diretto un film nel Paese di Mugabe.
  This Mournable Body — che ripercorre il complicato cammino della stessa protagonista dei suoi due libri precedenti alla ricerca di una tormentata autoaffermazione – è un romanzo di scelte, di dolori imprevisti. La vita è difficile, ci sembra dire Tsitsi, che come aveva intuito Doris Lessing si conferma una «meravigliosa creatrice di personaggi». E che la vita sia difficile, ma in grado di produrre svolte inaspettate, lo si capisce anche da un episodio che l’autrice di questo romanzo ha raccontato: «Ho mandato il manoscritto di Nervous Conditions ad una casa editrice londinese, la Women’s Press. Per quattro anni non ne ho saputo niente, poi mi sono presentata personalmente per chiedere se lo avessero ricevuto. Mi hanno risposto che forse era in cantina e sono tornati con una busta polverosa. Il giorno dopo mi hanno chiamato per dirmi che era buono e che lo avrebbero pubblicato». Serve sempre, aggiungiamo, un po’ di coraggio.