La Stampa, 21 agosto 2020
«America’s Promise», Biden chiude la Convention virtuale dei democratici
«Io sarò pure una macchina per le gaffe, ma Dio mio, che cosa meravigliosa è questa, comparata ad un tizio che non riesce neppure a dire la verità!». Dentro all’antica battuta di Joe Biden, è racchiuso il segreto con cui ieri sera ha cercato di conquistare l’America: la sua autenticità, alle volte anche eccessiva, e la sincerità con cui ha proposto la propria visione per riunificare e ricostruire il Paese, dopo gli anni della divisione seminata da Trump.La Convention virtuale dei democratici si è chiusa con una serata intitolata «America’s Promise», e questo era già un programma. Dopo tre giorni dedicati soprattutto alla demolizione di Donald, inclusa l’eccezionale accusa del predecessore Obama secondo cui sta minacciando di distruggere la democrazia Usa, e l’arresto ieri dell’ex consigliere Steve Bannon, Biden ha puntato soprattutto a offrire un’alternativa ottimistica per il futuro. Un nonno decente di 77 anni, che promette di riportare la normalità nell’Ufficio Ovale, facendo da ponte per la nuova generazione già incarnata dalla vice nera Kamala Harris, a cui toccherà invece l’elaborazione delle grandi idee del nuovo decennio.Parlando alla Convention del 2008, quella che aveva incoronato Obama, Biden aveva raccontato che sua madre lo aveva educato così: «Quando tornavo a casa picchiato da un bullo, lei mi rimandava fuori e diceva: ora torni a cercarlo, e gli fai uscire il sangue dal naso, perché altrimenti domani non potrai camminare in pace per strada». Ecco, ieri sera Joe non ha puntato a rompere il naso di Donald, perché in America c’è già abbastanza tensione e violenza. Però ha tenuto a marcare la profonda differenza sul piano umano, e soprattutto a presentare un’alternativa sensata in cui possa riconoscersi la maggioranza degli americani decenti.Ha raccontato la sua infanzia in Pennsylvania, dove ieri è andato a provocarlo proprio Trump, perché è il cuore degli Stati contesi che ha bisogno di riconquistare per vincere la Casa Bianca. Joe voleva apparire agli elettori come uno di loro, che viene da loro, e perciò li capisce. Ha ricordato le sue tragedie personali, dalla perdita della prima moglie Neilia e della figlia Naomi, a quella più recente del figlio prediletto Beau, per comunicare insieme la sua resilienza e l’empatia con le famiglie che stanno soffrendo per il Covid. Ha vinto i propri demoni, come la balbuzie che lo perseguita da quando era bambino, e viene usata oggi da Donald per dipingerlo come un vecchio rimbambito.Poi però ha presentato la sua visione e la sua agenda, cioè perché votarlo, oltre all’antipatia per Donald. Aiutato dalla notizia di ieri, secondo cui la settimana scorsa altri 1,1 milioni di americani hanno chiesto il sussidio di disoccupazione. La ripresa insomma sta rallentando, e stavolta la colpa può ricadere sulle spalle di Trump, per la fretta irresponsabile con cui ha spinto l’America a ripartire, rilanciando i contagi.Ha spiegato la sostanza concreta del piano «Build Back Better», con cui punta non solo a ricostruire l’economia, ma a farlo in una maniera che davvero includa tutti, a differenza di Donald che ha gonfiato solo Wall Street. Quindi un piano per combattere il Covid, obbligando tra le altre cose tutti gli americani a indossare la maschera, ma anche per rafforzare la riforma Obamacare, per fare contento l’ex rivale Sanders ed evitare che la gente perda l’assicurazione sanitaria proprio quando ne avrebbe più bisogno. Un piano per riaprire le scuole, ma in sicurezza. Uno per l’energia pulita, arrivando a zero emissioni entro il 2050 e creando milioni di posti di lavoro, e uno per le infrastrutture. La ricostruzione della reputazione degli Usa nel mondo, partendo dal rilancio delle alleanze offese da Trump. Ha cercato di costruire un ponte per unire l’anima moderata a quella progressista del partito, ma anche per raggiungere tutti gli altri americani, che non si riconoscono più nel loro Paese. —