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 2020  agosto 21 Venerdì calendario

Periscopio

Abbiamo una dittatura per caso, dove il premier ha vinto la presidenza a tombola, e poi si è impossessato del tombolone, un presidenzialismo senza voto, col gratta e vinci. Marcello Veneziani. la Verità.
È chiaro da anni che il mercatismo (propagandato da gran parte dei media in tutte le sue forme: non ultima quella dell’Europa maastrichtiana) ha sempre più in odio le democrazie, i parlamenti, le sovranità popolari e gli stati nazionali che rappresentano tanti ostacoli al suo incontrastato dominio. Antonio Socci. Libero.

Indro Montanelli ammirava il talento in chiunque esso fosse, mentre oggi si nega ogni talento all’avversario. Mario Cervi. (Giancarlo Perna). Libero.

Conobbi Romano Prodi quando era presidente dell’editrice Il Mulino e io sedevo in consiglio d’amministrazione. Avevo 20 anni. Le nostre mogli erano compagne di scuola alle elementari. Ricardo Franco Levi, presidente degli editori di libri (Aie). (Stefano Lorenzetto). Corsera.

A un certo punto la sinistra ha sposato acriticamente i giudici (che fino agli anni Settanta considerava nemici del popolo), forse perché processavano i suoi avversari. E la destra, che per secoli era stata il partito delle manette, si è trasformata altrettanto acriticamente in quello degli avvocati, forse perché difendevano i suoi leader. Massimo Gramellini. Corsera.

Il latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del progresso, ma perché gli uomini nuovi non saranno più adeguati ad essa. Quando inizierà l’era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà più servire e qualsiasi cafone potrà impunemente tenere un discorso pubblico e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo e di gradevole effetto «sonoro», potrà parlare per un’ora senza dire niente. Cosa impossibile col latino. Giovannino Guareschi, Chi sogna nuovi gerani? Autobiografia.

Nel gulag della Kolyma, prima che nel lager di Treblinka-Auschwitz, apparve l’uomo demolito del Ventesimo secolo, il corpo senza peso, il relitto umano giunto alla fine. Ma pochi allora consentirono che venisse letto Salamov. L’opera di Solzenicyn, a sua volta, fu divulgata a parte dalla Francia, mentre il primo a segnalarla in Italia fu Enzo Bettiza. Alberto Ronchey e Pierluigi Battista, Il fattore R. Rizzoli, 2004.

In tutto i tre consiglieri di minoranza (espressi dal centrodestra) hanno fatto meno danni alla Rai di Campo Dall’Orto (Gdo) dei cinque che erano stati inviati per sostenerla: Franco Siddi, Rita Borioni, Paolo Messa, Marco Fortis. E il quinto? Il renziano Guelfo Guelfi, che però ha onorato l’impegno preso in principio, sostenere Gdo e i suoi pinguini d’assalto, non ravvedendo motivi per ravvedersi. Carlo Verdelli, Roma non perdona. Feltrinelli, 2019.

Mio padre aveva un fondo di depressione, a differenza di mia madre, che è forte, energica, positiva, e l’ha sempre un po’ salvato. Con mio padre non ho mai parlato molto. Mi ha insegnato con l’esempio. Casa e bottega: una piccola azienda di divani letto, in Brianza. Ricordo quando venne un creditore che non poteva pagare; papà rispose dandogli altri soldi. Beppe Sala, sindaco di Milano. (Aldo Cazzullo). Corsera.

L’affinatore di formaggi è colui che cerca in giro formaggi giovani e poi li accompagna all’età adulta stagionandoli e, appunto, affinandoli come Dio comanda. Ad esempio su guffantiformaggi.com si trova ed è possibile farsi mandare a casa dei formaggi monumentali. I Guffanti hanno il Gorgonzola 250: un gorgonzola piccante stagionato almeno 250 giorni. L’effetto è di quelli che non si dimenticano. Semplicemente grandioso. Tommaso Farina. Libero.

Mi metto sul balcone e guardo la città di Napoli dall’alto. Abito al Vomero e da lì vedo tutto, anche il porto, il Vesuvio e Sorrento. Non sento il rumore, ma vedo ancora il colore e, dall’alto, vedo ancora che Napoli c’è ed è una città necessaria, perché non poteva stare più in là, è proprio un luogo che la natura ha previsto per accogliere i suoi esseri umani. Maurizio De Giovanni, scrittore napoletano. (Candida Morvillo). Corsera.

L’avvocato Pietro Calzolari aveva l’aspetto di un uomo all’antica: barba quadrata, baffi leggermente a manubrio, cappello a lobbia. Nel suo abbigliamento facevano spicco il bianco solino inamidato. E la magnifica catena d’oro che solcava nel mezzo l’abbondante circonferenza del ventre e finiva nel taschino. Luigi Preti, Un ebreo nel fascismo. Rusconi, 1974.

In quel momento la schiera dei rondoni non stava passando sopra le finestre: nel silenzio si sentiva solo la vecchia pendola che, dal mobile copri-calorifero, scandiva imperturbabile il tempo. Eugenio Corti, Il cavallo rosso. Ares, 1983 (33esima edizione).

Talora Herman conduceva Yadwiga in un ristorante economico di New York a Brighton Beach, ma ella non riusciva ad abituarsi ai treni che saettavano lì vicino sulla sopraelevata, con il loro rombo assordante, né alle stridenti automobili che correvano in una direzione e nell’altra. Isaac B. Singer, Nemici – Una storia d’amore. Longanesi, 1972.

«La mia povera Frida era, fuori d’ogni modo di dire, una creatura insostituibile, un vero angelo. E poi io ero già in là con gli anni, giacché ne conto sessantotto». Tutti si profusero in proteste d’incredulità, in felicitazioni per la giovanile prestanza dell’ospite. Era un uomo di pelle olivigna, ben trincerato dietro i suoi apparenti cinquant’anni, baffi e sopraccigli ancor biondi, una bella testa aristocratica da ambasciatore. Luigi Santucci, Il velocifero. Mondadori, 1963.

Per guadagnare facevo la pizzaiola a Lodi ma intanto studiavo cucina. Nel 1995 ho fatto uno stage da Marchesi a Erbusco, stage che ho pagato io, un milione di lire dell’epoca. Gli sono piaciuta e mi ha fatto rimanere altri tre mesi, gratis. Da Santini a Cassinetta di Lugagnano, le donne non le prendevano, però io le basi le avevo, ho ristrutturato Il girasole facendo oltre un miliardo di lire di debiti e per anni ho sfornato pizze e piatti semplici, buoni. Viviana Varese, chef del ristorante Viva, una stella Michelin dentro Eataly Smeraldo, a Milano. (Alessandra Dal Monte). Corsera.

La mia vita non è ancora finita. Ma solo per mancanza di tempo. Roberto Gervaso.