Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  agosto 20 Giovedì calendario

I 90 anni di Sean Connery

«Il mio nome è Sean, Sean Connery». Il 25 agosto compirà 90 anni il grande attore scozzese, il James Bond più carismatico e amato della storia del cinema. E li festeggerà alle Bahamas dove vive da un trentennio con la seconda moglie, la pittrice francese Micheline de Roquebrune. Paradiso della natura, nella zona esclusiva di Lyford Cay a nord ovest dell’isola New Providence e, cosa che non guasta, paradiso fiscale: Sean, nel 2002 nominato Sir dalla Regina Elisabetta, ha scelto di trascorrere in mezzo all’Atlantico la sua vecchiaia al riparo dal cinema che abbandonò nel 2005 «per non aver più a che fare con quegli idioti» e per smettere di essere considerato un mito. «Qui vado in giro da solo, senza guardie del corpo, e nessuno si sogna di chiedermi l’autografo», ha spiegato. 
L’URAGANO
L’anno scorso la sua villa dalla lunga piscina rettangolare venne risparmiata dall’uragano Dorian che devastò le Bahamas. «Sono stato fortunato», disse lui. Oggi le voci sulla sua salute si rincorrono incontrollate: ha l’Alzheimer, giura qualcuno, mentre l’amico di una vita Sir Michael Caine ha smentito. Ma cosa importa se la mente non è più quella di una volta? È rimasto intatto il mito di Sean Connery: il grande attore e fervente sostenitore dell’indipendentismo scozzese è riuscito a non farsi schiacciare da James Bond, interpretato per ben sei volte, costruendo una carriera formidabile baciata dall’Oscar (vinto nel 1987 per il ruolo del poliziotto irlandese Jimmy Malone nel film Gli Intoccabili) anche al di fuori del suo personaggio più famoso. Ha vestito lo smoking di 007 e guidato la famosa Aston Martin per la prima volta in Licenza di uccidere, nel 1962, avvinghiandosi a Ursula Andress uscita dalle onde, e per l’ultima nel 1971 (Una cascata di diamanti). In mezzo ci sono blockbuster come Dalla Russia con amore, Missione Goldfinger, Thunderball, Si vive solo due volte. Ma la popolarità planetaria dovuta alla saga cinematografica nata dai romanzi di Ian Fleming non ha impedito all’attore di lavorare con Alfred Hitchcock (Marnie, 1964), Sidney Lumet (Riflessi in uno specchio scuro, 1972), John Huston (L’uomo che volle farsi re, 1975), Steven Spielberg (Indiana Jones e l’ultima crociata, 1989). Sean è stato un convincente Robin Hood in Robin e Marian (1976), il padre di Harrison Ford-Indiana Jones, l’enigmatico monaco Guglielmo da Baskerville in Il nome della rosa (1986). Ha girato film di successo come La collina del disonore, Zardoz, Assassinio sull’Orient Express, Caccia a Ottobre Rosso, Highlander. Ha detto no ad alcuni ruoli importanti: il mago Gandalf nella saga Il signore degli anelli, Albus Silente in Harry Potter. E in un recente sondaggio di Radio Times è risultato il James Bond migliore di sempre, stracciando perfino il bravissimo Daniel Craig. Più che un divo, un’icona. Cinema, Scozia, sex appeal, ironia, carisma, massimo riserbo sulla vita privata scandita da due mogli (la prima è stata l’attrice australiana Diane Cilento, madre del figlio Jason nato nel 1963) e da innumerevoli conquiste rimaste segrete: queste le prerogative che hanno fatto di Sean, nato il 25 agosto 1930 in una famiglia proletaria di Edimburgo (padre camionista, madre cameriera), una leggenda. E un simbolo indiscusso di virilità capace di resistere alle marce femministe, imporsi sugli ultimi modelli di fluidità sessuale e sopravvivere alle accuse dell’ex moglie Cilento che lo definì «bugiardo, traditore, taccagno e manesco». 

GLI ESORDI
Ma prima di arrivare al successo, partendo negli anni Cinquanta da piccoli impegni teatrali, l’attore ha fatto mille mestieri umili: muratore, bagnino, verniciatore di bare, marinaio. Nel 1962 il prodottore Albert R. Broccoli deve scegliere il primo 007 della storia: Sean ha la meglio su Cary Grant, Rex Harrison, Roger Moore (che verrà ripescato qualche anno più tardi). Il successo di Licenza di uccidere, diretto da Terence Young, è tale che per lo scozzese d’oro inaugura un periodo di popolarità «infernale com’è stato per i Beatles, ma loro erano in quattro mentre io ho dovuto affrontarlo da solo», ha raccontato lui. «Grazie ai film di 007 ho potuto comunque abbracciare donne bellissime come Ursula Andress e Kim Basinger». 
Sul braccio destro l’attore ha il tatuaggio Scotland Forever che non si è mai visto sullo schermo ma racconta il suo impegno politico: vicino allo Scottish National Party, spesso in kilt nelle apparizioni pubbliche, Sean nel 2014 appoggiò il referendum (fallito) per l’indipendenza della Scozia che dopo la Brexit continua a sognare il distacco dalla Gran Bretagna contando ancora sull’appoggio dell’illustre militante. Che consuma ora l’ultima parte della vita accanto all’adorata Micheline. «Chi muore per primo verrà cremato e le sue ceneri verranno trasformate in un diamante che l’altro indosserà», ha rivelato lei. Succeda il più tardi possibile. Intanto, buon compleanno a Sir Sean Connery che, a 90 anni, continua a farci sognare.