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 2020  agosto 20 Giovedì calendario

Mirafiori comincia a produrre la 500 elettrica

Toccherà al polo Fca dell’elettrico di Mirafiori provare a invertire la marcia ingranata dal settore automotive in Italia. O quantomeno a limitare il calo dei volumi produttivi innescato dalla pandemia. Entro agosto inizierà la produzione in serie della nuova Fiat 500 elettrica, il primo modello full electric di Fiat Chrysler.
Con gli incentivi per i modelli a basse emissioni appena rifinanziati dal Decreto di agosto, è il momento giusto, dal punto di vista del mercato, per spingere l’acceleratore sulla versione bev della 500, già acquistabile nei concessionari. Il Lingotto non rende noti i trend e l’andamento delle vendite ma fa trapelare che si tratta di dati buoni. Il modello di Fiat 500 elettrica già sul mercato si chiama «Prima» e la versione cabrio è già sold out mentre è in vendita La Prima berlina.
Le sfide industriali
Il piano di elettrificazione dei modelli Fca rappresenta uno dei driver industriali per la tenuta dell’intero sistema di fornitura italiano che per il 37% dei ricavi dipende dal Lingotto. La seconda sfida invece è rappresentata dal rilancio dei modelli premium del Lingotto, a cominciare dal brand Maserati.
A Torino, tra Mirafiori e Grugliasco, si producono i principali modelli del Tridente, il suv Levante, Ghibli e Quattroporte. I volumi, nonostante il lancio del primo suv nella storia della Maserati, sono rimasti sotto il picco di volumi raggiunto tra 2014 e 2015. Il piano di investimenti annunciato dai vertici di Fiat Chrysler per le fabbriche italiane, 5,2 miliardi di euro al 2022, prevedono tra le altre cose l’industrializzazione dei modelli ibridi di Ghibli, già presentata, e Quattroporte, e il lancio di un nuovo modello per il Tridente – un suv di medie dimensioni – che sarà prodotto a Cassino, fabbrica di riferimento in Italia del marchio Alfa Romeo. Anche le “storiche” GranTurismo e GranCabrio sono state trasferite da Modena a Torino (Grugliasco).
Ma se elettrificazione dei modelli e rilancio del brand lusso rappresentano le sfide industriali principali per Fca, la questione dei volumi resta centrale per il Lingotto e per la filiera italiana dei fornitori.
Al netto dei ritardi del piano industriale di Fiat Chrysler per gli stabilimenti italiani del Gruppo, sono quattro i nuovi modelli di Fca che dovrebbero nascere in Italia nei prossimi mesi: il suv di medie dimensioni a marchio Maserati (segmento D), assegnato a Cassino, il secondo modello della famiglia Sport Utility Vagon a marchio Alfa Romeo, il mini suv della Jeep, che dovrebbe essere prodotto a Pomigliano, e la supercar Maserati – MC20 – che nascerà a Modena.
Automotive in picchiata
Secondo l’ultima elaborazione curata dall’Anfia, l’Associazione a cui fanno capo le imprese della filiera automotive italiana, a giugno 2020 la produzione domestica di autovetture in Italia ha registrato una contrazione dei volumi del 64% rispetto al dato di giugno 2019. Nel primo semestre dell’anno, effetto del lockdown e della crisi di mercato innescata dalla pandemia, la produzione si è sostanzialmente dimezzata rispetto all’anno prima segnando una riduzione del 56% rispetto alla prima metà del 2019.
Proprio l’assemblaggio finale di autovetture rappresenta, in termini di volumi, l’anello debole dell’intera catena. Il calo dei volumi nei primi sei mesi dell’anno infatti appare meno marcato se si considera l’insieme degli autoveicoli, non solo le autovetture, prodotte in Italia, in calo del 47% rispetto a un anno fa. L’intero comparto automotive, compresa dunque la produzione di componentistica (principalmente motori e carrozzeria) segna un calo del 39,4% nel mese di giugno (elaborazione su dati Istat) mentre chiude il primo semestre del 2020 a -39,6%.
Un settore di fatto dimezzato, nonostante il primo recupero registrato a giugno rispetto a maggio di quest’anno: «A giugno, rispetto a maggio 2020, la produzione industriale aumenta dell’8,2% e quella del settore automotive del 27,7% – sottolinea Gianmarco Giorda, direttore di Anfia – segno di una ripresa delle attività e di un miglioramento della fiducia delle imprese, ma la variazione rispetto a un anno prima resta ancora molto negativa». Tutti i principali paesi europei dell’automotive, d’altronde, registrano flessioni pesanti: -53,6% in Germania, -60,5% in Spagna, -66,9% in Francia e -72,4% in Uk, con stime di mercato da parte dell’Acea, l’Associazione europea dei costruttori di veicoli (ACEA) che prevedono cali nelle immatricolazioni del 25%.
A preoccupare la filiera italiana dell’automotive è anche l’annuncio fatto da Fca ai fornitori relativamente al cambio di piattaforma per la produzione di autovetture nel segmento B, in particolare nello stabilimento polacco di Vichy dove nascono ad esempio la Fiat 500 e la Lancia Ypsilon. Il Lingotto adotterà la piattaforma Psa CMP e ha chiesto ai fornitori italiani di interrompere le attività di ricerca e sviluppo avviate.
Si apre dunque una nuova fase industriale per quei fornitori che hanno installato produzioni in Polonia e per chi dall’Italia esporta verso lo stabilimento polacco. La Polonia, in particolare, rappresenta il sesto paese di esportazione per l’indotto italiano, con una quota poco sotto il 6% delle esportazioni di componenti, per un valore di 1,3 miliardi.