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 2020  agosto 20 Giovedì calendario

I Mesi e le Stagioni dell’Antelami scendono a terra

PARMA Battistero di Parma: interno. Le statue dell’Antelami, le statue dei Mesi e delle Stagioni scendono lentamente dalla prima loggia. Pesano fra i 180 e i 250 chili: per calarle a terra hanno montato un ponteggio con due argani, lavoro complesso e delicato. Le statue devono essere staccate dai tutori metallici che le tengono fisse sul piano della galleria, poi devono essere spostate su una base mobile, quindi, chiuse in una cassa imbottita, sono calate lentamente al suolo dove sono coperte in attesa di essere montate sugli espositori per essere ammirate faccia a faccia.
Sono già state portate a terra sette statue su quattordici, l’operazione sarà conclusa entro pochi giorni. In attesa della inaugurazione della mostra il 12 settembre l’attenzione è già molto alta, vengono gli operatori delle televisioni e i giornalisti dei quotidiani e dei periodici («la Lettura» ha dedicato due pagine all’evento sul numero #454 di domenica 9 agosto).
Domando il senso dell’esposizione a don Lorenzo Montenz, responsabile del progetto culturale diocesano: «Di fronte all’inflazione di parole che accompagnano questi nostri tempi, nei mesi e nelle stagioni si può cogliere una sintesi di valori civili, religiosi e umani concentrati nella opera d’arte». L’anno, i mesi, come lavoro dell’uomo e i segni dello zodiaco come rappresentazione del cielo, del divino: ecco una chiave di lettura possibile. L’architetto Barbara Zilocchi, che cura la mostra e segue le tappe di ogni discesa, fotografa il lento calare dei mesi, alcune ore di lavoro degli operai della Arché-restauri per ogni pezzo (in queste pagine alcuni momenti del «trasloco»), sottolinea l’importanza di questo nuovo dialogo dei Mesi e delle Stagioni con i visitatori. Un dialogo che era stato possibile nell’immediato secondo dopoguerra quando le statue vennero esposte nel Battistero e poi trent’anni fa alla mostra dell’Antelami nel Salone delle Scuderie in Pilotta. Adesso tornano a parlare da vicino questi pezzi di altissima qualità, dove i gesti, i panneggi, i movimenti, sono sospesi fuori del tempo, fra dialogo con il reale ed evocazione dell’antico. Un unicum nella scultura europea attorno all’anno 1200.