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 2020  agosto 19 Mercoledì calendario

Il giallo irrisolto di Maria José Olivastri

Caso più volte riaperto e più volte archiviato. Caso al quale hanno lavorato dapprima i carabinieri, poi la polizia. Caso dimenticato. Da 19 anni – era la tarda mattina dell’8 agosto 2001 – l’assassino di Maria José Olivastri è libero. Di più: nemmeno mai sospettato. A vuoto le indagini nella sfera privata (separata, una figlia, un fidanzato che fu fra gli ultimi a vederla viva) così come le indagini sul lavoro, nonostante le due sorelle della 42enne da subito abbiano sostenuto che era (è) anche lì che bisognerebbe setacciare. La postina Maria José, rinvenuta nuda in una canaletta a Due Carrare, in provincia di Padova, un lenzuolo a fiorellini avvolto attorno al cadavere con l’osso del collo spezzato, era una sindacalista all’antica, poca politica e molte battaglie; l’avevano licenziata, aveva fatto causa e la vertenza era in corso. Nel 2007 i giudici avrebbero riconosciuto che aveva ragione.
Il fidanzato, abbiamo detto. Maria José lo accompagnò in uno degli hotel di cure termali della zona, per dei fanghi. Rimasero d’accordo che sarebbe passata a prenderlo alle 13. Sempre sulla sua macchina, una Punto Rosso. Prima anomalia. Nonostante fosse stata parcheggiata in centro ad Abano Terme, proprio all’interno della geografia finale della vittima, gli investigatori individuarono la vettura soltanto una settimana più tardi. Probabile che, all’inizio, non ci fosse. E che l’abbiano posizionata dopo. Maria José si era trattenuta ad Abano Terme anche per consegnare il curriculum negli alberghi. Perso il lavoro, arrotondava come poteva aiutando in locali di parenti e amici. Stava cercando un impiego come massaggiatrice termale. Un testimone ricordò che camminava in direzione dell’«hotel Torino». Ma all’«hotel Torino» il personale giurò che non s’era mai presentata. Sparì dunque prima, tra strade non certo isolate, non prive di passanti, residenti e automobilisti. Nel corso dell’autopsia (nessuna ecchimosi, nessuna violenza sessuale, nessuna ferita da arma), il medico legale isolò tracce di un caffè bevuto prima di morire. Seconda anomalia. Maria José non amava quella bevanda. Per niente.
Conosceva l’assassino? Ipotesi ritenuta più che fondata. S’incontrarono, e in base a questa pista il delitto sarebbe avvenuto nell’appartamento del killer. Oppure no, l’appuntamento avvenne a bordo di una macchina, quella dell’omicida, e nello stesso luogo si consumò l’esecuzione, al termine della quale venne allestita la messinscena. Maria José denudata per far pensare a un rapporto.Era una donna esperta, attenta, scrupolosa; al netto delle forti difficoltà esistenziali, causate dalla necessità di non far mancare nulla alla figlia, alla quale ancor più, se possibile per una madre, si era legata nelle difficoltà, i conoscenti giurarono che non commetteva – e non avrebbe potuto commettere – distrazioni, leggerezze, sottovalutazioni. I poliziotti andarono a caccia di un massaggiatore, intorno a cui parve si potesse costruire un profilo omicida. Macché.
Polsi e caviglie di Maria José erano legati, con brandelli di quello stesso lenzuolo che non offrì vincenti tracce biologiche. Caddero via via nel vuoto le dichiarazioni di pm e procuratori che evocarono clamorose novità in arrivo. Carabinieri e agenti, in tempi diversi, ripercorsero l’elenco degli hotel, interrogarono i dipendenti, attesero nella speranza di cogliere gesti inconsapevoli, dettagli giudicati di scarso rilievo. Qualcuno si disse sicuro che il mistero sarebbe stato risolto battendo il settore dei massaggi termali casomai Maria José esercitasse già, in forma privata. La perquisizione nella sua abitazione non svelò agendine con nomi, indirizzi e orari, annotazioni su fogli volanti, biglietti da visita accanto al telefono. Al polso aveva un orologio Swatch, trattenuto oppure buttato dal killer. L’unica certezza è che sia stato un uomo, non una donna a uccidere, in relazione alla terribile forza esercitata attorno al collo. Ma non è detto. E non è detto che l’assassino – o l’assassina —, diciannove anni fa, abbia agito in solitaria.