la Repubblica, 19 agosto 2020
A Ferragosto il condono balneare
Adesso non ci mancava che il condono per i gestori degli stabilimenti balneari che non hanno pagato la sia pur misera concessione demaniale. Ma quale migliore occasione di un provvedimento sfornato alla vigilia di Ferragosto, quando l’assalto alle spiagge è in pieno svolgimento?
Articolo 100 del decreto legge Agosto: chi non ha pagato il canone e per questo lo Stato l’ha citato in giudizio può risolvere la rogna versando il 30 per cento del dovuto. Oppure il 60 per cento, ma in sei comode rate annuali. E può pagare, dopo aver fatto la domanda entro il 15 dicembre (il che sospende ogni procedimento), a fine settembre 2021: cioè al termine della prossima stagione.
A questo si aggiunge il regaluccio, articolo 78, dell’abolizione della seconda rata dell’Imu. La ciliegina su una torta ben confezionata, che ha avuto come base intanto il blocco della direttiva Bolkestein che impone gare pubbliche per le concessioni demaniali: con la proroga di quindici anni sostanzialmente automatica. Certo accompagnata dalla promessa, contenuta nella prima e unica finanziaria del governo Conte in tinte gialloverdi, almeno di rivedere quei canoni ridicoli. Promessa, però, guarda caso mai mantenuta. Con il risultato che una Regione come il Lazio, che ha 68 chilometri di arenili, incassa appena 10,3 milioni di euro per una superficie, fra scoperta, coperta e pertinenze, di 3 milioni e mezzo di metri quadrati. Una semplice divisione dice che il costo medio della concessione è inferiore ai tre euro l’anno per metro quadrato.E la domanda finisce per essere sempre la stessa: che cosa rende tanto potenti i gestori degli stabilimenti balneari? C’è chi argomenta che sono ben rappresentati nella classe politica ai più alti livelli.
Basta ricordare la presenza, in Senato, di Daniela Santanché: azionista con Flavio Briatore del Twiga beach di Marina di Pietrasanta. Oppure quella, nell’europarlamento, di Massimo Casanova: il proprietario del Papeete di Milano Marittima, stabilimento prediletto da Matteo Salvini, approdato all’assemblea di Strasburgo nelle file salviniane a fine maggio 2019. Ma la spiegazione di tanto potere non è questa. Il segreto è nelle ricche rendite di posizione che mettono i gestori in condizione di esercitare un’influenza non trascurabile sulla politica locale. A destra come a sinistra. E la sinistra non è di sicuro meno sensibile della destra alle grida di dolore che periodicamente si levano dalle spiagge. Tanto è vero che non risultano essersi levate fiere opposizioni al condono per le concessioni demaniali da parte del Partito democratico. Con qualche significativa eccezione, tipo quella dell’ex senatore e attuale sindaco di Fiumicino Esterino Montino. Seriamente interessato alla questione, dato che il suo Comune ha il più alto numero di concessioni demaniali di tutto il Lazio (113), non esita a dichiararsi scandalizzato. Ma circondato, per ora, da un silenzio assordante.