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 2020  agosto 19 Mercoledì calendario

Wirecard, gli italiani travolti dal crack

«Dopo la Germania, è l’Italia il Paese con il più alto numero di investitori travolti dal crac Wirecard dei quasi 400 che rappresento per procedere per vie legali e sanare perdite grandi e piccole, prese singolarmente dai 7 milioni ai 500 euro. Segue l’Austria. Mi sono già mosso contro Ernst&Young, ma nel mio mirino c’è ora l’organo tedesco di vigilanza BaFin, la società privata tedesca DPR che ha controllato i bilanci per conto di BaFin e anche una delle più blasonate carte di credito al mondo se avrò conferma che usava i servizi Wirecard pur sospettando illeciti e riciclaggio». Così l’agguerrito avvocato Michael Leipold ha scandito al Sole24Ore il suo piano d’attacco per assistere azionisti e obbligazionisti colpiti dal collasso dell’ex-gioiello FinTech dell’indice Dax.
È prevista una valanga di ricorsi. «Inutile fare causa a Wirecard, le perdite dirette sono irrecuperabili – aggiunge Leipold, mentre le stime del buco in poche settimane sono salite dagli iniziali 1,9 miliardi a 3,2 miliardi, con Commerzbank tra le vittime tedesche più illustri e il fondatore ed ex-ceo arrestato, rilasciato su cauzione e riarrestato per via della lievitazione delle imputazioni e della voragine sui conti -. Le vie legali con BaFin non sono facili perché la legge tedesca protegge il supervisore dalle cause per risarcimento danni ma le leggi europee potrebbero aprirmi un varco», pronostica Leipold.
Il crac tedesco
La bancarotta di Wirecard, gigante dei pagamenti digitali offerti su scala mondiale, va infatti ben oltre quello che a Francoforte è già considerato il più grande disastro finanziario e borsistico della Germania. La sua dimensione europea potrà avere implicazioni e ripercussioni potenzialmente altrettanto devastanti perché le crepe del crac partono dalla reportistica e dall’informativa finanziaria per poi ramificarsi nell’insider trading, nella manipolazione dei mercati, nella frode, nel riciclaggio di denaro sporco, fino ad arrivare a un presunto omicidio dopo la recente morte sospetta di un ex-dirigente Wirecard a Manila. La Commissione Ue ha già incaricato l’organo europeo di controllo dei mercati Esma di valutare l’operato di BaFin. Ma intanto i presidenti europarlamentari del Comitato per gli affari economici e monetari Irene Tinagli e del Comitato per affari legali Adrián Vázquez Lázara hanno inviato una dura e lunga lettera ai due vicepresidenti della Commissione Valdis Dombrovskis e Margrethe Vestager sollecitando con urgenza chiarimenti sul rischio riciclaggio, sul potenziale coinvolgimento fraudolento della controllata Wirecard Dublino, sul comportamento di BaFin, Esma ed Eba, sulle possibili carenze della supervisione europea su sistema dei pagamenti, revisione contabile, mercato dei capitali.
Le inchieste e la partita politica
Le indagini e le inchieste su Wirecard non potranno che continuare a moltiplicarsi. Nel groviglio di regole e regolatori, in Germania e nel mondo, le falle non sono affatto chiare: andrà stabilito senza ombra di dubbio se il tracollo di una delle più grandi società di servizi di pagamento digitali e fornitore di carte di credito nel mondo sia stato provocato dall’inefficienza e dalla negligenza dei regolatori e dei controllori, che hanno applicato male norme e regole adeguate e usato maldestramente i propri poteri, o se invece le carenze e le inadempienze andranno ricercate nel sistema dei controlli e delle leggi che necessitano riforme e giri di vite.
A tutte queste domande hanno intenzione di dare risposta in Germania i membri del Bundestag, a iniziare dai partiti dell’opposizione, dove i Verdi sono i più critici ma spalleggiati dalle frange più conservative della Cdu che intendono prendere le distanze dal ministro delle Finanze socialdemocratico Olaf Scholz. Wirecard è una “vergogna” senza precedenti per la Germania al punto da essere tema caldo da campagna elettorale, in vista delle elezioni generali nell’autunno 2021. Alle prime due riunioni dell’indagine parlamentare Finanzausschuss sono stati ascoltati il presidente BaFin Felix Hufeld, i ministri delle Finanze e dell’Economia Scholz e Peter Altmaier e il presidente dell’anello debole della catena, l’ente privato DPR (Deutschen Prüfstelle für Rechnungslegung) che avrebbe dovuto accorgersi già da qualche anno della scarsa attendibilità dei bilanci Wirecard, nonostante il disco verde del revisore E&Y. Scholz ha già cessato il contratto con DPR e ha annunciato che potenzierà BaFin in tal senso, con più risorse finanziarie e più personale.
Il 31 agosto e il primo settembre sono in calendario le ultime audizioni. Interverranno il ministro della Giustizia Christine Lambrecht (Spd), il presidente dell’organo pubblico che verifica le segnalazioni sul riciclaggio Abschlussprüferaufsichtsstelle (Apas), un rappresentante della Bundesbank, due alti dirigenti della Cancelleria, il ministro degli interni della Baviera, avendo Wirecard sede legale a Monaco. Non è escluso che la Bce/Ssm venga invitata a dare la sua versione.
Un grande nodo sta nella decisione, presa da Bundesbank e BaFin nel 2017 e avallata dalla Bce, di non classificare Wirecard AG come società fornitrice di servizi finanziari e di pagamento e di considerare la casamadre come operativa nel settore tecnologico. La sola controllata Wirecard Bank è stata soggetta alla regolamentazione bancaria come istituzione meno significativa. Tutto questo, dopo un’attenta valutazione della direttiva/regolamento CRR (European Capital Requirements Regulation) sui requisiti patrimoniali. Questa distinzione ha tuttavia avuto un effetto a cascata. BaFin vigila sì sul money laundering, con finalità di prevenzione, ma solo su istituzioni finanziarie o fornitori di servizi finanziari, cosa che Wirecard AG non era. Le carenze eventuali di BaFin nel caso Wirecard riguardano la vigilanza dei mercati (reportistica, informativa finanziaria, manipolazione dei mercati e insider trading, frode) ma non riciclaggio.
Resta da vedere se il Bundestag avvierà una vera e propria commissione d’inchiesta, Untersuchungsausschuss, uno strumento democratico usato raramente e per i casi più gravi. I membri del parlamento del partito verde BÜNDNIS 90/DIE GRÜNEN, Lisa Paus e Danyal Bayaz, sono intenzionati a inasprire le verifiche a tutto tondo: l’unico freno è quello della tempistica, perché la commissione d’inchiesta deve concludersi entro la legislatura e i tempi sono stretti, meno di un anno. La commissione si dovrà affrettare a identificare l’obiettivo e trarre conclusioni: con il rischio che Wirecard potrebbe diventare un boomerang politico.