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 2020  agosto 18 Martedì calendario

Il prestito di Stato a Casaleggio

Lo Stato dà una mano alla Casaleggio associati per dribblare i contraccolpi dell’emergenza Covid sui conti della società. Il 20 luglio scorso il Fondo garanzia delle Pmi ha concesso all’azienda guidata da Davide Casaleggio una garanzia di 25mila euro su un prestito della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale per porre «rimedio a un grave turbamento dell’economia». L’operazione – ovviamente totalmente legittima e che non prevede trattamenti discrezionali delle richieste – rientra nei piani di aiuti per le piccole e medie imprese varati con il Cura- Italia e il decreto liquidità dal governo giallorosso partecipato dal M5S, di cui Casaleggio controlla gli iscritti attraverso l’associazione Rousseau. Uno schema destinato a mobilitare fino a 100 miliardi, cui – al 16 agosto – sono già arrivate 983mila domande per un totale di finanziamenti di circa 70 miliardi.
L’iter per accedere alla garanzia sui prestiti fino a 25mila euro è semplice e in qualche modo automatico per consentire di far arrivare rapidamente liquidità alle imprese messe in difficoltà dalla pandemia: le aziende interessate devono solo presentare alla propria banca – così avrà fatto anche la Casaleggio – una autocertificazione sui danni subiti a causa del Covid- 19. Il Fondo non effettua alcun tipo di valutazione sul soggetto beneficiario della garanzia, mentre la banca si limita a tenere in considerazione il suo merito creditizio (in soldoni, la sua solidità finanziaria).
Il rimborso dei prestiti ottenuti attraverso questo canale segue poi un iter agevolato: l’inizio del pagamento del capitale non avviene prima di 24 mesi mentre il periodo massimo per la restituzione ha una durata fino a massimo 6 anni. Il tasso applicato dalla banca a queste operazioni tiene conto della sola copertura dei costi di istruttoria e di gestione dell’operazione. Quindi per i primi due anni il valore delle rate da pagare è molto basso.
La concessione della garanzia ottenuta dalla Casaleggio Associati è stata quindi automatica e gratuita dopo la presentazione all’istituto di credito della relazione sui contraccolpi della pandemia sul bilancio dell’azienda. E il Mediocredito Centrale – come previsto dai regolamenti di questo tipo di aiuti – ha potuto in teoria erogare subito il prestito dopo la verifica formale del possesso dei requisiti anche senza attendere l’esito dell’istruttoria del Fondo. Repubblica ha chiesto ieri a Casaleggio le ragioni della richiesta della garanzia – iscritta nella registrazione sull’albo alla voce “COVID-19: Fondo di garanzia PMI Aiuto di stato” – senza ricevere risposta.
Il lockdown ha comunque con ogni probabilità penalizzato anche il business dell’azienda che ha continuato a lavorare ai suoi studi sul digitale e sull’e-commerce (l’ultimo rapporto è di maggio 2020, a ottobre è in arrivo quello sulla “digital food strategy) ma che lavora in partnership e come consulente con molte pmi che hanno visto i propri affari penalizzati dalla serrata di tre mesi dell’economia.
Difficile stabilire in cifre quanto sia costato davvero il coronavirus a Casaleggio associati. Il bilancio del 2019 (che in teoria potrebbe contenere accenno agli avvenimenti significativi del 2020) non è stato ancora depositato in Camera di Commercio. L’ultimo fascicolo a disposizione è quello relativo ai conti 2018, l’anno in cui il M5S è andato per la prima volta al governo in coalizione con la Lega. In quel periodo i ricavi della società di consulenza strategica sono quasi raddoppiati a 2,05 milioni di euro con un utile balzato da 20 a 181 mila euro e l’azienda prevedeva «un incremento» dei risultati nell’esercizio 2019.