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 2020  agosto 17 Lunedì calendario

Salieri a Montemerano

MONTEMERANO (Grosseto) Sarà stata la magia di quel fascio di luce che al crepuscolo ha attraversato la piazza del paese per poi materializzarsi sul grande schermo. O magari la musica del Requiem di Mozart accompagnata dalle prime immagini di Salieri con la gola tagliata. Sta di fatto che poco prima delle 21 di ieri Montemerano, incantevole borgo di 502 anime sulle colline della Maremma grossetana, è tornato indietro nel tempo a quel formidabile luglio del 1983 quando il regista Miloš Forman decise di girare qui alcune scene di Amadeus, il film capolavoro dedicato a Mozart e a Salieri che vinse otto Oscar, quattro Golden Globe e tre David di Donatello.
E così piazza del Castello per una notte si è trasformata in un cinematografo nel quale alcune delle comparse di allora, tutti abitanti del paese, hanno potuto rivedersi e rivivere quei giorni, una ventina, che sconvolsero la quiete della piccola comunità.
In tanti si sono emozionati. È accaduto a Guido Avanzati, una vita da funzionario di banca, figlio del medico condotto, che allora aveva 27 anni. «Mi vestirono come un popolano del Settecento con camicia larghissima e cappello – ricorda adesso con un sorriso – e mi misero in mano una gabbia di legno con dentro un tacchino per me stranissimo. Era bianco, un alieno, perché qui da noi i tacchini sono grigi. Forman mise a soqquadro il paese che allora era ancora più quieto di oggi e fu un evento indimenticabile». Che a un paio di abitanti sembrò così preoccupante da chiamare i carabinieri per un paio di vasi da fiore spostati per girare alcune scene.
Fu un cast casareccio, quello di Montemerano, ma diretto con un rigore e sapienza straordinari. Tanto che Forman riuscì a trarre dai suoi improvvisati attori recitazioni impensabili. «Io mi misi a piangere davanti al finto cadavere del babbo di Salieri che nel film muore soffocato da un osso di pollo e ancora oggi mi chiedo come ho fatto», ricorda divertita Graziella Leoni, classe 1935.
Chi fu a convincere Miloš Forman ad aprire un set a Montemerano ce lo racconta Giancarlo De Maria, bolognese, ma da anni residente a Montemerano, responsabile organizzativo dell’Accademia del Libro che assieme alla Pro Loco e con la collaborazione del Saturnia Film Festival ha organizzato l’evento. «Fu l’imprenditore edile Gennaro Benvenuti, che stava lavorando all’Argentario dove il regista faceva le vacanze, ad essere informato dal conte Bucci Casali che Forman cercava un borgo dove girare alcune scene dei luoghi natali di Salieri – ricorda De Maria —. Benvenuti gli suggerì Montemerano e subito Miloš trovò le atmosfere giuste, anche se Salieri era nato a Legnago».
Fu un grande lavoro e una festa straordinaria. Le comparse guadagnavano da 50 a 100 mila lire al giorno che a quei tempi erano tanti soldi.
Eppure c’è chi per orgoglio disse di no al denaro e alla gloria. Peppe Bernacchi, detto il Nero, impresario edile, fu contattato dall’allora sindaco per portare con il trattore il materiale di scena. «Andai a parlare con quello che credo fosse il vice regista – racconta Bernacchi —. Lui mi guardò e mi propose anche una piccola parte nel film, profumatamente pagata, ma avrei dovuto tagliarmi i baffi. Gli dissi di no, ma insistette. Poi, siccome anche lui era baffuto, lo sfidai: “Accetto se li tagli anche tu” gli risposi. Lui scosse la testa e a quel punto sorridendo rifiutai. Il film è un capolavoro ma io non mi sono pentito».