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 2020  agosto 17 Lunedì calendario

In Gran Bretagna 600 nuovi libri in un giorno

Lo hanno già ribattezzato “Super-Thursday”. Non è politica americana: in Inghilterra l’uscita dei nuovi libri è tradizionalmente prevista il giovedì. Ma questa volta sarà speciale. Anzi unico. Perché giovedì 3 settembre è prevista un’ondata, c’è chi parla di tsunami, di nuove pubblicazioni: quasi seicento opere inedite, 590 per la precisione, arriveranno nelle librerie britanniche. Non si era mai visto qualcosa del genere nel già bulimico universo editoriale d’oltremanica. Per fare un confronto, le opere uscite il primo giovedì di settembre 2019 erano un terzo di meno.
Certo, questo periodo dell’anno è il più “caldo” del settore, perché stretto tra la pausa estiva e quella natalizia, dove gli editori vogliono massimizzare le vendite, dai romanzi bestseller ai libri di cucina, quando crescono regali e acquisti. Ma nel 2020 ci sarà un boom senza precedenti perché, dopo la crisi globale del coronavirus, molti scrittori ed editori sono stati costretti a rinviare le uscite a inizio settembre. Mentre presentazioni, eventi culturali e party alcolici e chic restano tuttora quasi impossibili in un Regno Unito dove il clima è poco clemente.
Sta di fatto che ora bisogna pubblicare al più presto tutti questi tomi. Altrimenti l’ingolfamento sarà colossale, l’imbuto editoriale scoppierebbe. Nell’elenco del 3 settembre e delle due settimane successive c’è il gotha della letteratura e della saggistica inglese: Martin Amis con Inside Story, Roberts Harris e il suo V2, La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante in inglese, e poi le memorie Essere gay di Will Young, More than a Woman di Caitlin Moran, Proprio come te ( Just Like You ) di Nick Hornby, ma anche A Life on our Planet di Sir David Attenborough e le nuove leccornie delle chef star Jamie Oliver e Nigella Lawson, oltre The Ickabog di J.K. Rowling, questo spostato in novembre.
Ma il problema è che, stavolta, i libri in uscita sono davvero troppi. Gestirne seicento in un solo giorno sarà estremamente problematico per le librerie, soprattutto quelle più piccole, anche dal punto di vista logistico. Persino i colossi della vendita e della distribuzione sono preoccupati: Waterstones a Piccadilly Circus, che ha quattro enormi piani rigonfi di scaffali, ha avvertito su Twitter: «Siamo grandi. Ma credo che non riusciremo ad assorbirli tutti». C’è poi la questione delle recensioni. Se aggiudicarsi un articolo su Guardian, Times o London Review of Books è di norma arduo, ora sarà un’impresa. Per Andrew Holgate, capo della cultura del Sunday Times, «tutti lotteranno per avere uno dei 10-11 spazi a disposizione nel numero di quella settimana e delle successive. Settembre è sempre complicato per chi cura le pagine culturali dei giornali. Ma quest’anno è pura follia».
In questo contesto, si è scatenata la guerra tra case editrici e scrittori per distinguersi nella valanga di inediti. A farne le spese, nota l’ Observer, saranno gli autori emergenti o esordienti, destinati a essere spazzati via dai “dinosauri” della letteratura e saggistica inglese, mediaticamente affamati dopo un anno di oblio. Ma, secondo il settimanale, a pagare saranno anche gli scrittori delle minoranze etniche, in una galassia editoriale spesso dominata dagli autori bianchi.
Anche il giovane giornalista del Times Patrick Maguire, che il 3 settembre pubblicherà un saggio sul flop dell’ex leader laburista Jeremy Corbyn, fa autocritica: «Bisogna essere proprio fessi a uscire quel giorno». Almeno, durante e dopo i mesi di lockdown, nel Regno Unito le librerie, soprattutto quelle indipendenti, hanno venduto più del previsto. E ora, per celebrare il “Super Thursday”, la romanziera Miranda Dickinson ha lanciato l’hashtag su Twitter #3SeptemberNovels: «Cari amici scrittori che pubblicherete come me il 3 settembre, uniamoci almeno qui su Twitter per celebrare le nostre nuove opere, in un grande abbraccio letterario online». Ai tempi del coronavirus, ci si consola anche con questo.