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 2020  agosto 15 Sabato calendario

Il settembre caldo che attende il Parlamento

Incentivi alle imprese, per far ripartire il mercato del lavoro, e calo delle tasse. È su questi pilastri, insieme al rilancio degli investimenti, pubblici e privati, che il governo vuole costruire la politica economica per il post-Covid. Il programma prevede ritmi serrati per i prossimi due mesi, dopo la pausa agostana. Fare presto e bene, è il mantra del governo. Resta il nodo della discussione sul Mes, la linea di credito Ue per la sanità: più volte rinviata, andrà affrontata sempre a settembre quando il governo sarà chiamato a rivedere il quadro macroeconomico con la Nota di aggiornamento al Def. Conte e il ministro Gualtieri hanno promesso un dibattito coinvolgendo il Parlamento, che intan- to ha elaborato il metodo per dire la sua sulla spesa dei 209 miliardi del Recovery fund: da inizio settembre le commissioni Bilancio di Camera e Senato, affiancate probabilmente dalle commissioni Politiche Ue, avvieranno un ciclo di audizioni – parti sociali, ma anche i ministeri più direttamente coinvolti nella stesura del piano – «sulle priorità per l’utilizzo» delle risorse, che dovrebbe chiudersi con un voto in aula che impegni il governo in vista della Nadef. Il documento con le nuove stime di crescita, deficit e debito andrà chiuso entro il 27 settembre e dovrebbe contenere anche il Piano per il rilancio annunciato da Gualtieri a inizio luglio. All’interno di quel piano, più ampio e che dovrebbe contenere anche le riforme ’auto-finanziate’ come quella del Fisco, si dovrebbero definire anche i progetti da sostenere con le nuove risorse Ue, e che saranno a loro volta inviati a Bruxelles al massimo entro metà ottobre, insieme alle linee generali della manovra (il cosiddetto Draft Budgetary Plan). Intanto, sullo scacchiere europeo, la ripresa si terrà a Berlino, con l’Ecofin dell’11 e 12 settembre, la riunione informale dei ministri finanziari. Mentre, sul piano mondiale, si dovrebbe recuperare (ma non c’è ancora una data) il vertice dei leader dei Sette Grandi della Terra sotto la presidenza Usa, rinviato lo scorso giugno per la pandemia e in programma originariamente a Camp David.
A Bruxelles e a Berlino il governo si presenterà con in tasca anche il decreto semplificazioni per accelerare i cantieri già diventato legge, o quasi. Già a fine agosto la ministra Paola De Micheli ha promesso la lista delle opere da commissariare per fare ancora più in fretta, mentre con il decreto agosto sono stati liberati 5,5 miliardi per gli interventi degli enti locali, dalla manutenzione di strade e scuole all’efficienza energetica. Alcune opere finiranno poi tra i capitoli del Recovery Plan, come la banda ultralarga ma anche, stando alle ultime indicazioni, il nuovo progetto per il ponte sullo Stretto di Messina, su cui si registrano perplessità, però, anche in casa dem. Il decreto, che va convertito entro il 14 settembre, è già nel calendario dell’aula di Palazzo Madama il 1° settembre. Sul testo incombono poco meno di 2.500 emendamenti, di cui circa la metà della maggioranza. Le commissioni torneranno a esaminarlo il 24.