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 2020  agosto 14 Venerdì calendario

Berlino è tutta un cantiere

Due progetti immobiliari rischiano di cancellare altre testimonianze del passato a Berlino, una all’Est e l’altra all’Ovest. L’alibi è la mancanza di alloggi, ma è più probabile che alla fine vinca la speculazione. Nella mia strada si trova la più antica casa della metropoli, che risale al 1798. Vi risiedeva un alto funzionario del castello di Charlottenburg, a poche centinaia di metri. Negli anni sessanta volevano buttarla giù per costruire un palazzo di cinque piani, sempre con la scusa che nella città divisa dal muro mancasse il terreno edificabile. Una menzogna palese. Lo storico edificio fu difeso dagli studenti, ora ospita il museo della ceramica. Venite a visitarlo, se non altro per vedere come si viveva in Europa un paio di secoli fa.
All’Est, l’Alexanderplatz delude quelli che vanno alla ricerca dell’atmosfera del romanzo di Döblin. L’immensa Haus der Statistik è vuota dal 2008, un palazzo fatiscente nel cuore della metropoli. Non sarà un capolavoro architettonico, ma è una delle rare testimonianze della scomparsa Ddr. Fu costruita tra il 1968 e il 1970 per ospitare l’Ufficio di statistica nazionale. Al pianoterra si trovavano due osterie frequentate dalla nomenklatura, un negozio di caccia e pesca e un magazzino di prodotti sovietici. Dopo la riunificazione, ospitò diversi uffici amministrativi, sulla facciata da ammirare il grande affresco Lob des Kommunismus di Ronald Paris, poi venne abbandonato e nel 2010 si decise di abbatterlo con la scusa che non era più all’altezza dei tempi, al suo posto sarebbe sorto un palazzo per abitazioni di 96 mila mq, un grande affare. Non se ne fece nulla.

Si è rinunciato anche a trasformarlo in ospizio per profughi. L’idea di ospitare atelier di artisti è stata subito bocciata. Ora, l’area dovrebbe ospitare un grande complesso di abitazioni e negozi. La metà riservata a giovani a basso reddito. Vedremo come si riuscirà a far coabitare chi pagherà 6 o 7 mila euro al mq, e chi vive con l’assistenza sociale.

All’Ovest, un paio di centinaia di giovani hanno protestato per salvare il magazzino Karstadt nella Hermannplatz.
Costruito nel 1929, era uno dei più grandi al mondo, la più moderna kaufhaus d’Europa, 72 mila mq, nove piani, altro 33 metri con due torre di 70 metri, un ascensore era capace di sollevare fino al quinto piano un camion carico, un tunnel collega direttamente il magazzino con la stazione del metro. Il 21 aprile del ’45, la piazza fu uno dei primi luoghi dove giunse l’Armata Rossa, e si combatté per giorni di strada in strada. Il 25, le SS fecero esplodere i magazzini per non far cadere le merci in mano ai soldati sovietici. Karstadt fu restaurato e riaperto negli anni cinquanta, ma è lontano dall’originale.

E negli ultimi 15 anni il grande magazzino rende sempre di meno. Il progetto originale era di abbatterlo per costruire al suo posto un albergo a cinque stelle e abitazioni di lusso. La società Signa assicura i cittadini che invece edificherà alloggi sociali, e farà ripristinare la facciata originale del ’29. Un falso d’epoca, come la facciata del castello dell’ultimo Kaiser sulla Unter den Linden. I berlinesi non si fidano: l’edificio è stato dichiarato monumento nazionale, ma negli anni scorsi non è stato sufficiente per salvare le poche tracce del passato rimaste nella metropoli.