il Fatto Quotidiano, 14 agosto 2020
Matrix parla di transessuali
“Matrix è ovunque, è il mondo messo davanti ai tuoi occhi per accecarti e non farti vedere la verità”. Chiunque abbia visto Matrix non può dimenticare la scena cult della trilogia cinematografica firmata dalle sorelle Wachowski: il momento in cui Morpehus, capo della resistenza contro le macchine, chiede all’hacker Neo di scegliere se ingerire una pillola rossa, per scoprire la verità, e una pillola blu, per dimenticare tutto e tornare a una vita finta. Keanu Reeves non esita, sceglie la consapevolezza e la lotta contro i dittatori meccanici. Dal 1999 a oggi il film – campione di incassi – è stato interpretato e sezionato alla ricerca ermeneutica del significato nascosto. L’amore di Neo e Trinity, la loro lotta contro il potere oscurantista virtuale è diventata di volta in volta una metafora ora politica, ora filosofica e persino religiosa.
A svelare, finalmente, il mistero sono state le stesse registe Lilly e Lana in un video realizzato per Netflix a inizio agosto: Matrix è un’allegoria dell’esperienza di una persona transgender, chi cioè non si riconosce nel proprio sesso biologico. Loro stesse, una volta uomini, sono oggi donne transgender. “Siamo felici che sia venuto fuori. Era l’intenzione originale, ma il mondo non era pronto. O meglio, le case di produzione non lo erano”. Il simbolismo della trama adesso è immediato: Neo ha una doppia vita e deve imparare a conoscere e amare il suo vero sé senza paura. Un percorso difficile e spesso in salita per molte persone in transizione. Ad aiutarlo c’è la famosa pillola rossa, lo strumento con cui Neo riesce a uscire dal sistema. “Più che una metafora per la terapia ormonale, un ormone vero e proprio. Nelle discussioni in rete, molti sottolinevano come negli anni ’90 il farmaco a base di estrogeni che si acquistava dietro prescrizione medica fosse effettivamente rosso: la compressa di Premarin da 0.625 mg è di un morbido color granata tendente al cioccolato”, commenta la critica e scrittrice Andrea Long Chu. La rivelazione ha gettato nella disperazione i gruppi online machisti, i Red Piller, abituati a considerare Matrix come il film che svela l’inganno di un grande gomblotto mondiale femminista ai danni dell’uomo, privato del suo ruolo di capofamiglia nella modernità. Forse a loro conveniva scegliere la pillola dell’oblio, quella blu.