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 2020  agosto 14 Venerdì calendario

Mastroianni, le donne e la mamma

Veniva descritto come un playboy, le riviste patinate di allora lo mostravano sempre in contesti festaioli, circondato da allegria e donne, champagne e grida. Falso. Lui dalle donne veniva sedotto il tempo di un rum, magari due, niente di meglio; era un trofeo dal quale non era in grado di difendersi. La madre lo trattava come un ragazzino incapace di decifrare i codici della vita, quella mamma Ida che in alcuni momenti di preoccupazione era in grado di raggiungerlo sul set e urlargli insulti, accuse, reprimende: “Vai in giro solo con delle mignotte!”, il refrain esibito in romanaccio stretto. Lui subiva, quasi sempre in silenzio. Però si vergognava, non solo della mamma, anche di ciò che era diventato e nei momenti peggiori era facile scovarlo solo, di notte, non sempre lucido, mentre vagava infagottato per Roma. Quando veniva pizzicato dai flash non sempre reagiva bene, il “vaffa” era il minimo, così come il braccio che fendeva l’aria solo per scacciarci, “va’ a fa’ il metalmeccanico!”, il suo classico insulto rivolto a me; io gli rispondevo: “A’ Marce’, è solo una foto”.
Una volta fu Marcello a chiamare. Faye Dunaway lo aveva lasciato e lui aveva finito di girare Scipione detto l’Africano, da lì la sua strategia: qualche scatto insieme a Catherine Deneuve e una finta relazione da rilanciare sui rotocalchi, obiettivo far ingelosire la Dunaway. Quelle foto uscirono anche sul Daily Mail, con un “però”: a Faye non importò nulla, al contrario della Deneuve. Catherine decise di prendersi il bel Mastroianni, di tramutare la finzione in relazione, di costruire qualcosa con lui: solo una lunga fase, dentro la solitudine. Nell’ultimo decennio della sua vita, come di frequente accade, gli angoli negativi si erano accentuati, e trovarlo solo era semplice e doloroso. Solo con i suoi silenzi. Le sue malinconie. Le incomprensioni. Il bicchiere di Fernet in mano. E qualcuno che si avvicinava per strappargli gli ultimi barlumi di fama che, al di là delle leggende, non gli era mai appartenuta.