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 2020  agosto 14 Venerdì calendario

Biografia di Marco Rizzone (furbetto M5s dei 600 euro)

Da qualche giorno Marco Rizzone si era inabissato. Pochi lo avevano sentito e quei pochi avevano notato qualcosa di strano. «Non era più lo stesso», conferma un grillino. Come se volesse nascondere qualcosa. E allora non è un caso se il suo profilo Facebook, solitamente aggiornato più di una volta al dì, sia fermo a sei giorni fa. Ma la prova che fosse lui il grillino che aveva richiesto e ottenuto il bonus destinato a partite Iva e lavoratori autonomi, i vertici l’hanno avuta quando si sono accorti che solo due parlamentari non avevano sottoscritto la liberatoria sulla privacy. E uno di loro era proprio «Marco», classe ‘83, genovese come Beppe Grillo, non un attivista della prima ora, ma uno di quelli che ha dovuto gareggiare nel collegio uninominale «Liguria-04» con un leghista come Edoardo Rixi. La sera del 4 marzo del 2018 Rizzone vince per un soffio. Un risultato, forse, inaspettato. «È uno di quei ragazzi si è ritrovato per caso parlamentare», racconta un viceministro 5 Stelle.
Alle 21 una nota del capo politico Vito Crimi dà la notizia: «In relazione alla vicenda del bonus da 600 euro, destinato a partite Iva, lavoratori autonomi e professionisti, ho deferito il deputato Marco Rizzone al Collegio dei probiviri chiedendo la sospensione immediata e massima severità nella sanzione». Un minuto dopo nelle chat dei parlamentari si susseguono messaggi di stupore. «Sono sconvolto. Ditemi che non è vero», si lascia andare un deputato che ha conosciuto in questi due anni Rizzone, giorno dopo giorno. D’altro canto, quando varca l’ingresso di Montecitorio si fa notare per il suo carattere, ma anche per le sue intemerate «mai tenere, ma comunque costruttive». «Polemizzava sulle rendicontazioni. Poneva questioni del tipo: “Dove vanno i soldi? Da chi vengono gestite?”», raccontano.
Nel frattempo questo 37enne di Genova, laureato in Economia, con un dottorato alla prestigiosa Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, amministratore unico di una start-up «Zonzo Fox» che si occupa di tecnologia e dunque titolare di partita Iva, non versava più nulla al Movimento. Le sue rendicontazioni sono ferme al novembre del 2019. Non si può definire né vicino a Di Maio, né vicino a Crimi, né a Fico. Fatto sta che il terzo parlamentare che avrebbe ricevuto il bonus, assieme ai due leghisti Elena Murello e Andrea Dara, lo scorso 1 aprile scriveva su Facebook: «Bastano cinque minuti per richiedere i 600 euro di bonus Covid per partite Iva e lavoratori autonomi». E poi spiegava per filo e per segno la procedura: «È velocissimo. In pochi semplici passaggi ti verrà chiesto di inserire numero di telefono, email e Iban del conto su cui accreditare la somma».
Esattamente la procedura seguita da lui, il promotore dell’alleanza giallorossa in Liguria, il tessitore del laboratorio della sua Regione. Perché Rizzone si è messo in testa di unire Pd e Cinquestelle con a capo della coalizione Ferruccio Sansa. «È stato lui a trattare con Andrea Orlando», spiegano. Adesso, però, se la dovrà vedere con i probiviri. Ma prima, sottolinea un collega, «dovrà spiegare la ragione di questa furbata».