La Stampa, 14 agosto 2020
Xi dichiara guerra allo spreco alimentare
L’operazione «piatto pulito» significa che, se in un ristorante di Wuhan siedono dieci commensali, solo nove potranno ordinare. I piatti arriveranno più piccoli, i pasti frugali. Lo chiede Xi jinping: «Lo spreco è vergognoso e la parsimonia è onorevole», ha detto il presidente cinese in un discorso ai suoi 1,4 miliardi di cittadini, descrivendo le nuove direttive del governo contro lo spreco alimentare. Una piaga «scioccante e angosciante», l’ha definita, secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua. In Cina torna la campagna di moralizzazione della tavola lanciata nel 2013: meno cibo, meno sperpero alimentare. A mettere in allarme l’amministrazione, in tempo di emergenza sanitaria, sono i dati dei rifiuti prodotti dalle famiglie: un rapporto della China Academy Science riporta che, nelle grandi città, vengono sprecati fino a 18 milioni di tonnellate l’anno di alimenti cucinati, sufficienti per sfamare da 30 a 50 milioni di persone. Nel 2019, erano state introdotte misure punitive per la popolazione e le aziende di Shanghai, multe che spingevano a riciclare di più. Ma non sono bastate.Lo spreco alimentare va di pari passo con l’abitudine delle famiglie cinesi a imbandire la tavola con portate generose, soprattutto quando ci sono ospiti. Il piatto vuoto è segno di scortesia e incapacità ad accogliere. Ma il governo è preoccupato per l’obesità crescente: nel 2016 la Cina ha addirittura superato gli Stati Uniti per numero di persone sovrappeso. Dopo settimane di inondazioni di massa, che hanno spazzato via i raccolti, la lotta allo spreco è anche questione economica: secondo le stime, il 20%-30% dei cereali cinesi deve essere importato. «Chi lo sa che ogni chicco di grano del nostro pasto è frutto di un duro lavoro?», ha recitato Xi, citando una poesia cinese. Con la direttiva, dunque, i ristoranti dovranno offrire porzioni di dimensioni ridotte ai clienti, e confezioni da asporto per impacchettare gli avanzi. La Wuhan Catering Industry Association ha poi rilanciato il sistema cosiddetto N-1, già adottato a Wuhan, poi a Xianning, sempre nella provincia di Hubei, e a Xinyang, nella provincia di Henan, che significa che il numero di piatti serviti deve essere inferiore di uno rispetto al numero dei commensali: 10 coperti, 9 ordinazioni. Un provvedimento che ha scatenato reazioni di protesta sui social come Weibo: «I maggiori sprechi sono nei banchetti politici», scrive un utente, lamentando: «Il governo ora controlla anche quello che abbiamo nel piatto».