Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  agosto 12 Mercoledì calendario

Zio Paperone, lo scienziato e il tunnel di Messina

«La terza idea è quella del ponte subacqueo», spiegò lo scienziato dai capelli spiritati facendo salire Zio Paperone, Paperino, Qui, Quo e Qua su un sottomarino arancione: «In pratica un enorme tubo di gomma adagiato sul fondo marino entro il quale circoleranno auto e treni». «Perché il tunnel non può essere scavato sotto il fondo marino?», chiesero i paperi. «Per timore dei terremoti! Goff! Una scossa sismica incrinerebbe irrimediabilmente la galleria», rispose lo scienziato, «Una galleria di gomma, invece, può adattarsi alle pieghe del fondo senza problemi». Macché: alla prima simulazione delle correnti il tubo cominciò ad arrotolarsi su se stesso e tra «Granck!», «Rumbl!» e «Scrash!» sputò fuori scienziato, paperi e sommergibile.
Son passati 38 anni da quel 1982 in cui il tormentone sui progetti per lo Stretto finì in un fantastico fumetto della Disney (il ponte di corallo, il ponte appeso ai palloncini...) sotto il titolo Paperone e il ponte di Messina. Ma l’idea innovativa appena rilanciata da Giuseppe Conte con l’appoggio di Giancarlo Cancellieri, già geometra («proprio come me», direbbe ridendo Renzo Piano che così si presenta ironicamente agli amici) in una ditta di Caltanissetta e oggi viceministro alle Infrastrutture, è in realtà ancora più vecchiotta.
Il primo «Passaggio sottomarino attraverso allo stretto di Messina per unire in comunicazione continua il sistema stradale, ferroviario siciliano alla rete della penisola» fu infatti proposto dall’allora neo-ingegnere Carlo Alberto Navone nel 1870. Centocinquanta anni fa. Precisò anzi quanto avrebbe speso: 10.576.450,88 lire post-sabaude.
Per carità: anche i primi ponti hanno migliaia di anni. E la tecnologia ha fatto immensi passi avanti rispetto ai primi progetti di collegamenti sognati da Lucio Cecilio Metello, Carlo Magno, Roberto il Guiscardo o Ruggero II fino a Ferdinando di Borbone Re delle Due Sicilie e giù giù fino a Benito Mussolini che nel 1941 tuonò: «Dopo la vittoria getterò un Ponte sullo Stretto di Messina, perché la Sicilia perda la sua fisionomia isolana...». Auguri dunque a Giuseppe Conte e all’ingegnere Giovanni Saccà.
Un dubbio, però, resta. L’idea del tunnel è stata bocciata e ri-bocciata anche in tempi recenti con relazioni spesso così nette da spingere molti a chiedersi: questo rilancio a sorpresa del tunnel, anche a prescindere da tutti gli studi fatti, non sarà solo una boutade per ripartire col tormentone? Colonna sonora di Adriano Pappalardo: «Ricominciamo!». A proposito, ricordate come finiva quel fumetto disneyano? Zio Paperone si toglieva la bombetta nel saluto: «Arrivederci al prossimo appalto!».