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 2020  agosto 12 Mercoledì calendario

La versione di Meghan e Harry

«Non andare dove il sentiero ti può portare. Vai dove il sentiero non c’è ancora. E lascia dietro di te una traccia». Ralph Waldo Emerson apre uno dei bestseller più attesi dell’anno, uscito ieri in Regno Unito. Ecco Finding Freedom , ovvero Libertà , nelle librerie italiane dal 27 agosto (HarperCollins). La libertà agognata e conquistata dal Principe Harry e da Meghan Markle, i duchi del Sussex ribellatisi alla Casa Reale dei Windsor. E scappati, forse per sempre, in America.
«Ma non è un libro scritto da Meghan e Harry. Né hanno collaborato. È frutto del nostro lavoro di "royal correspondent" attraverso centinaia di fonti», sottolineano Omid Scobie e Carolyn Durand, i due reporter americani che seguono da molti anni i reali d’Inghilterra e autori di Libertà , in questa intervista esclusiva in Italia con Repubblica .
Stessa linea dei duchi del Sussex.
Ma i sospetti rimangono. Anzi, sono la forza del libro, rivelatore e a tratti esplosivo. Che profuma di difesa ufficiosa, e anonima, di Harry e Meghan. Del resto, Diana, la vera storia di Andrew Morton, altra opera ribelle ma allora esplicita della mamma di Harry, "Lady D", era stata devastante per la monarchia britannica.
Nelle quasi 400 pagine di Libertà , Harry e Meghan sembrano dunque difendersi dalle accuse e critiche «che hanno stravolto la loro vita». Il libro racconta i "veri motivi" dell’addio: una famiglia reale che non li avrebbe mai difesi dalla stampa e dall’ostilità esterna per cui Meghan disse: «Io non vivo, esisto». Gli screzi e le algide incomprensioni tra Harry e il fratello William sin da quando quest’ultimo, al primo incontro con Meghan, le disse scherzando: «Ah, ma sei tu quella che ha tolto il sorriso a mio fratello!». E poi, attraverso retroscena, il fidanzamento dei duchi del Sussex, la guerra con i tabloid, «i veri responsabili della rottura per le falsità e cattiverie contro Meghan, come contro Diana». E poi la frenetica intraprendenza dei due ribelli "generazione Instagram" soffocata dalle lente convenzioni dei Windsor, lo showdown familiare lo scorso gennaio, l’addio in lacrime di Harry e Meghan a Londra.
È una libertà triste quella conquistata da Harry e Meghan, Scobie e Durand?
«Prima di andare in America, a causa delle rigide regole reali, non hanno mai avuto la possibilità di difendersi contro le bugie dei tabloid. Il motto dei Windsor è "non lamentarti, non spiegare". Ma ciò li ha resi molto vulnerabili contro gli stereotipi sessisti e razzisti dei giornali, che hanno sempre considerato Meghan una outsider .
Era una donna nera di successo e quindi "chiassosa", "capricciosa", "diversa"…».
La "Duchess Difficult"…
«Già. Ma, al di là delle apparenze, Meghan è una donna sensibile e fragile. E non si è sentita protetta dalla "ditta" reale. Anzi, secondo lei e Harry, una parte del palazzo era contro di loro e contro un modo di fare considerato troppo esuberante, troppo "americano"…».
A un certo punto, in viaggio verso l’America, Meghan e Harry dicono: «Non doveva finire così».
Rimorso?
«No. Ma tanta delusione sì. I loro progetti venivano considerati troppo radicali dalla casa reale. E Harry ha sentito il dovere di difendere la donna che ama».
I maligni dicono che Harry sia manipolato da Meghan.
«Falso e sessista. Meghan ha fatto molti sacrifici per essere all’altezza della famiglia reale. Harry, sin da bambino, non si è mai sentito a suo agio nelle regole dei Windsor.
Voleva andarsene da tempo.
Meghan gli ha solo aperto la porta…».
Nel libro si accenna al fatto che il famigerato principe Andrea abbia avuto più protezione di Harry e Meghan…
«La Regina si è fatta fotografare con lui nei momenti difficili. Ad Harry sono state rimosse le nomine militari, la cosa che più lo rattrista dell’addio, mentre ad Andrea, nonostante gravi accuse di stupro, no. C’è stata una disparità di trattamento. Alla fine, la sovrana ha dimostrato tutto il suo attaccamento per Harry, dicendogli che lui e Meghan possono tornare quando vogliono.
Ma era troppo tardi».
È vera la guerra tra Meghan e Kate, moglie di William?
«Per i tabloid, due donne di successo devono essere in guerra.
Ma non è così. Certo, Kate è stata sempre fredda verso Meghan. Ma il vero problema è stato tra William e Harry, il rapporto delle mogli era solo conseguenza. Il Duca di Cambridge aveva dubbi su un matrimonio troppo prematuro di Harry, perché lui è stato sempre così dopo la morte della madre Diana: era un’autodifesa per lui e Harry contro le persone che avrebbero potuto approfittare di loro. Ma Harry avrebbe voluto incoraggiamento, e non critiche».
I legami con la famiglia sono compromessi?
«C’era dolore. Poi il Covid ha riunito un po’ tutti, soprattutto quando si è ammalato Carlo, che con Meghan ha avuto sempre un ottimo rapporto. Da allora anche William e Harry parlano molto di più».
Qual è stato il momento decisivo della rottura?
«È stato un crescendo di incomprensioni e frustrazione. Ma la nascita di Archie è stata determinante: da allora, dopo quanto accaduto a sua madre, Harry ha voluto a tutti i costi difendere Meghan e suo figlio. Per questo ha deciso di rompere».
Che futuro hanno Harry e Meghan?
«La loro fondazione "Archewell" sarà un’organizzazione filantropica e umanitaria che lotterà per uguaglianze, diritti, salute mentale. Diventeranno una piattaforma no-profit, sul modello degli Obama e dei Gates. Avranno un grande futuro».
E un loro ritorno a Londra un giorno?
«Decisamente improbabile».