La Gazzetta dello Sport, 11 agosto 2020
Cosa prevede la Uefa in caso di Covid
Tredici. Questo il numero chiave. Il protocollo stabilito dalla Uefa per la Final 8 di Champions di Lisbona prevede che una squadra colpita dal contagio del Covid-19 possa presentarsi in campo se ha a disposizione, sani e negativi al test, 12 giocatori di campo più un portiere iscritti alla Lista A fornita dal club alla Uefa per la competizione. Elenco di giocatori che potrebbe essere incrementata con altri elementi, a due condizioni: che siano tesserati del club e che abbiano superato la prova del tampone. L’Atletico oggi parte per Lisbona con 25 giocatori, 21 della prima squadra e 4 del vivaio, tutti inclusi nella Lista A: in teoria i Colchoneros possono permettersi di perdere 12 uomini, sempre che si salvi un portiere, e in questa situazione limite potrebbero chiamare da Madrid (o dai loro luoghi di vacanza) alcuni ragazzi del filial o della cantera per completare la panchina.
Decisione governativa
Se il contagio dovesse essere massivo e una squadra non potrà presentarsi in campo con 13 della Lista A si proverà a spostare la gara, ma visto che in termini di giorni disponibili si viaggia sul filo del rasoio, con ogni probabilità il club che ha subito il contagio perderà 3-0 a tavolino. Esiste anche un’altra possibilità che può portare al blocco di una sfida in caso di contagio generalizzato: la decisione delle autorità sanitarie del governo locale di mettere in quarantena in isolamento un’intera squadra per motivi precauzionali legati alla prevenzione di ulteriori contagi.
I vari test
La Uefa stabilisce che i giocatori delle squadre che disputano le competizioni europee siano testati 48 ore prima di viaggiare alle sedi delle gare, e poi di nuovo a 48 ore dalla partita. L’Atletico ha fatto i tamponi sabato, visto che doveva volare in Portogallo lunedì, domenica i risultati hanno rivelato la doppia positività e i test sono stati ripetuti. E oggi ci sarà un terzo giro di tamponi. E poi di nuovo a due giorni dalla gara successiva in caso di qualificazione.
Il caso Arthur
E devono essere tutti test approvati dalla Uefa. Il brasiliano della Juve Arthur sabato si è presentato al Camp Nou per vedere Barça-Napoli ed è stato rimandato a casa: al ritorno dal Brasile il giorno prima si era sottoposto a un test per conto suo, e la Uefa pur accettandone la validità non ha concesso deroghe: la prova non era stata fatta con la procedura imposta dal protocollo Uefa.