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 2020  agosto 11 Martedì calendario

I prestiti ripartono, ma è corsa ai depositi

Arrivano segnali positivi per l’economia italiana, anche se è prematuro parlare di rimbalzo. Secondo le rilevazioni di Banca d’Italia, in giugno i prestiti elargiti dal sistema bancario al settore privato sono aumentati del 2,3% su base annua. Si tratta del quarto mese consecutivo di incremento, sull’onda delle iniziative della Banca centrale europea per mitigare l’impatto della pandemia. Crescono anche i depositi, +6% a giugno su base tendenziale, sull’onda dell’incertezza. Non è svanito il timore di una seconda ondata di contagi.Si sta così evitando una restrizione del credito come nel 2009. Lo avevano anticipato nei giorni scorsi sia il capo economista della Bce, Philip Lane, sia il direttore generale della Banca d’Italia, Daniele Franco. «Nelle ultime settimane ci sono segnali di ripresa, ma restiamo su livelli produttivi molto inferiori rispetto all’inizio dell’anno o a un anno fa», ha spiegato Franco. Nessuna ripresa netta, quindi. Ma qualcosa si sta muovendo. I prestiti alle famiglie italiane sono aumentati dell’1,6%, mentre quelli alle società non finanziarie del 3,7%, entrambi rispetto al giugno 2019. In maggio, l’incremento era stato dell’1,2% e dell’1,9% rispettivamente. Nel complesso, si è passati dai 493,6 miliardi di euro erogati dagli istituti di credito in febbraio ai 593,3 miliardi elargiti in giugno. Più 100 miliardi di aumento. Prevale, nonostante ciò, un clima carico di incertezza, come detto a metà luglio da Franco.La mancanza di punti fermi sta spingendo gli italiani a preoccuparsi del proprio risparmio. Si spiega così la tendenza più significativa osservata da febbraio a oggi, ovvero il flusso dei depositi in entrata. Cinque mesi di crescita. Solo in maggio, +7,5%. In giugno, +6%. Dati analoghi si sono osservati nei due mesi e mezzo di lockdown. Solo per quanto riguarda i conti correnti, da una consistenza pari a 1.187 miliardi di euro fatta segnare in febbraio si è arrivati a quella di 1.231 miliardi di giugno.Tra le note positive del rapporto di Banca d’Italia si registra anche la riduzione delle sofferenze bancarie nette, stabili a giugno a 26,158 miliardi di euro contro i 26,181 di maggio, ma in calo del 13,2% sui dodici mesi. Un elemento importante, perché la Bce si attende un’impennata della formazione di crediti dubbi a seguito della peggiore recessione dal Dopoguerra. A inizio del 2021, spiegano gli analisti di UniCredit, si avrà una prima stima sulle nuove sofferenze.Il percorso verso il ritorno ai livelli pre-crisi è ancora lungo. In luglio l’indice Pmi manifatturiero, elaborato da Ihs Markit, ha fatto segnare 51,9 punti, il massimo da due anni, nonché il primo rialzo dal giugno 2018. Un miglioramento, dopo due trimestri di contrazione del Pil a doppia cifra, è previsto. E un sostegno arriverà anche dal Fondo di garanzia paneuropea (Egf) e dalla Banca europea degli investimenti (Bei), che ha aumentato fino a quota 6,5 miliardi di euro i prestiti per l’Italia. La possibilità di una recrudescenza della diffusione del Covid-19 in Europa e in Italia potrebbe però vanificare i dati positivi. Come rimarca Goldman Sachs, «solo dopo l’estate si avranno maggiori certezze».