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 2020  agosto 10 Lunedì calendario

In Veneto Zaia doppia Salvini

C’è un sondaggio commissionato nel Nordest – in vista delle Regionali del 20-21 settembre – che fa sorridere solo in parte i leghisti della cerchia stretta del segretario. Lo ha richiesto il partito ma è rimasto nei cassetti perché fotografa una situazione davvero anomala, nel Veneto dominato da Luca Zaia. Governatore leghista, certo, ma in cima al gradimento degli italiani appena alle spalle del premier, per la gestione dell’emergenza Coronavirus. Dunque un naturale competitor interno per Matteo Salvini.
Il rilevamento di qualche giorno fa attribuirebbe a un’eventuale lista personale del “Doge” una forbice tra il 36 e il 38 per cento. Mentre la stessa Lega non andrebbe oltre il 18-20 per cento. Agli altri partiti della coalizione, da Fdi a Fi, rimarrebbero briciole. Per un trionfo finale del governatore uscente che si attesterebbe addirittura intorno al 70 per cento.
Un successo del centrodestra e della Lega? Più che altro, se fosse così o qualcosa di molto simile a questa istantanea, un personalissimo trionfo del presidente della Regione, paladino dell’autonomismo veneto. Con tutte le ricadute che ne potrebbero seguire negli equilibri interni, soprattutto se le Regionali fra un mese dovessero prendere una piega non del tutto favorevole a Salvini. Da quei numeri si capisce anche perché Zaia insista per presentare una sua lista e perché in via Bellerio non siano affatto convinti dell’opportunità. Ancora pochi giorni prima della presentazione di simboli e candidati. Da lì si capisce anche perché il presidente faccia la voce grossa e si rifiuti di imbarcare in coalizione quei “centralisti” dei Fratelli d’Italia. Con quei risultati, se fossero veri, potrebbe costruirsi una giunta monocolore-Zaia.
Ma è un altro movimento dal basso che sta scuotendo in questi giorni il partito, in vista delle amministrative. I ribelli della Lega Nord, intenzionati a riappropriarsi del simbolo per lanciarlo nella mischia elettorale e strapparlo alla Lega per Salvini premier, si stanno organizzando, sulla scia della battaglia legale avviata dagli ex deputati e avversari del leader, Gianni Fava e Gianluca Pini. Carlo Vettori, consigliere provinciale in Alto Adige, annuncia per esempio l’intenzione di candidarsi a sindaco di Bolzano e di presentare la lista con il vecchio simbolo “Lega Nord per l’indipendenza della Padania”, ibernato da Salvini col congresso di dicembre. Anche Vettori ha scritto al commissario federale della Lega Nord, Igor Iezzi, designato dal leader, inoltrando una «richiesta urgente di utilizzo del simbolo». Non è il solo, come spiega Gianni Fava: «In queste ore mi hanno scritto militanti storici di Siena, Livorno, Massa perché hanno avviato la raccolta firme per presentare addirittura una lista alle regionali». Chissà se in sostegno della candidata ufficiale Susanna Ceccardi o di un leghista di “disturbo”. L’impresa firme-simbolo non sarà facile in quella regione. Più chance a Suncino, in provincia di Cremona, dove l’operazione è già partita. Per non dire della Regione Liguria dove l’ex bossiano Giacomo Chiappoli è in corsa con la lista “Grande Nord”. Così in alcuni comuni piemontesi. «Non è un’operazione nostalgica e nemmeno un Fava contro Salvini – racconta il regista delle manovre – ma solo un processo avviato per riappropriarci di un partito ancora vivo».