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 2020  agosto 09 Domenica calendario

La grande corsa all’oro riciclato

La corsa all’oro è ricominciata. Il boom delle quotazioni (in rialzo ormai da fine 2018) ha spinto il prezzo al record storico di 2.034 dollari all’oncia. Ma i cercatori di metallo giallo hanno cambiato strategia: la produzione delle miniere – per la prima volta in otto anni – è calata nel 2019 e ha rallentato ancora più il passo (-15%) causa Covid nei primi sei mesi del 2020. I filoni si impoveriscono, l’ “onda verde” rende più costoso estrarlo senza far danni ambientali. La caccia alla materia prima si è spostata così su un nuovo fronte: quello dell’oro riciclato. Il tesoretto che abbiamo in casa e non ci serve più e le decine di tonnellate che ogni anno buttiamo in pattumiera senza rendercene conto.
I dati parlano da soli: nel 2019 la produzione di oro di seconda mano è cresciuta dell’11% a 1.304 tonnellate, pari più o meno al 27% di tutto quello arrivato sul mercato. Gran parte – oltre l’80% – è quello fuso dai compro-oro, i commercianti dove si possono vendere per trasformarli in moneta sonante i gioielli di famiglia. Il resto arriva dalla grande discarica dei rifiuti industriali: schede dei pc, circuiti degli smartphone, protesi dentarie, componenti di auto che hanno tra i loro componenti il metallo giallo. Più conveniente da recuperare – malgrado i costi – ora che la quotazione della materia prima è schizzata alle stelle.
Il gioco, dicono i suoi protagonisti, vale la candela: in un telefonino ci sono pochissimi milligrammi di oro (utilizzato per le sue grandi capacità di conduzione e la sua resistenza alla corrosione) ma da una tonnellata di smartphone – circa 19mila cellulari – se ne possono ricavare 270 grammi, che ai prezzi attuali valgono 20mila dollari. Apple, Samsung & C. hanno gradualmente ridotto l’utilizzo del metallo prezioso nel corso degli anni per ovvi motivi di risparmio, anche perché vista l’obsolescenza – più o meno programmata – dei nuovi modelli di cellulare la resistenza garantita dall’argento, che costa 24 dollari l’oncia invece di 2 mila e passa, è più che sufficiente. Il miglioramento delle tecnologie di estrazione rende però lo stesso conveniente la caccia all’oro delle discariche, spremendolo dalle schede madri dei pc, dalla componentistica elettronica delle auto e dalle console che contengono una mini-miniera nei loro semiconduttori. Una vecchia oreficeria inglese che doveva ristrutturare gli impianti, per dire, ha inviato il suo pavimento di legno (23 mila kg. di listelli) a un’azienda specializzata italiana che dopo averli trattati ne ha estratto 60 kg. di polvere d’oro. Questa economia circolare che evita lo “scarico” di tonnellate di pattumiera elettronica spesso in paesi del terzo mondo ha già i suoi estimatori “etici": la catena di gioiellerie Pandora, non a caso, ha deciso di fare anelli e orecchini solo con oro “verde” riciclato. E le medaglie delle Olimpiadi di Tokyo sono state preparare cercando la materia prima in rifiuti elettronici, rottamando 6 milioni di cellulari e 72 tonnellate tra schede di pc e circuiti da cui sono stati ricavati 32 kg. d’oro e 3.500 argento. Il mercato, malgrado il calo dal 77% al 35% della presenza di oro nei collegamenti dei semiconduttori, promette bene, visto il boom dell’utilizzo di metallo giallo per il 5g, la diagnostica medica, gli strumenti di riconoscimento facciale e altre tecnologie innovative che garantiranno futura materia prima per il riciclo in lingotti. Materiale che sostituirà in parte quella garantita in passato dal riciclo delle protesi dentarie. Un pre-molare di una volta, quelli con alto contenuto d’oro, poteva valere quasi 100 dollari e – in caso di bisogno – poteva essere sacrificato. Oggi sono fatti in titanio e il consumo d’oro dell’industria dentistica è crollato dalle 67 tonnellate del 2004 alle 3,2 del 2019. Il boom del 2019 del metallo giallo riciclato dovrebbe continuare anche quest’anno grazie al prezzo alle stelle e a causa della pandemia. Dopo la fine del lockdown, dice il World Gold Council nel suo ultimo bollettino, molte persone in difficoltà hanno deciso di aprire la cassaforte di casa e vendere i gioielli di famiglia.